Dietro il blocco di twitter
Ilblocco di twitter,famoso servizio dimicroblogging, ha suscitato parecchio scalporenella rete. Al punto tale che sono già cominciate a circolare le prime vocisulla causa che ieri ha mandato in tilt il servizio per diverse ore. Tra le varie ipotesi sembra trovare fondamento quelladi un attacco di pirati informatici,intenzionati a censurare un blogger dell’Abkhazia, la regione conte tra russi egeorgiani. Oltre al blocco di twitter anche il ‘big’ dei social networkFacebook pare abbia subito diversi rallentamenti e alcuni disagi si sonoverificati anche per i servizi di blogging LiveJournal e Blogger. Adesso,quello che inizialmente sembrava essere soltanto l’esibizionismo di qualchehacker in cerca di gloria si sta tramutando in un caso di politicainternazionale che riaccende la luce sul conflitto russo georgiano. Maxe Kelly, responsabile della sicurezza diFacebook, sta cercando di fare chiarezza sulla questione e ha fatto sapere chetutti gli attacchi erano diretti a zittire la voce di un unico utente,proprietario di vari account sulle rinomate piattaforme. L’utente e blogger inquestione usa come nickname Cyxymu, nome di una località georgiana. La tesi diKelly di un attacco mirato è stata avvalorata anche da Bill Woodcok dell’organizzazioneno profit Racket Clearing House, impegnata a monitorare l’andamento della rete.Woodcock ha parlato di attacchi partiti dall’Abkhazia. Una serie di messaggispam sarebbero poi stati recapitati amilioni di utenti che, seguendo i link, avrebbero inconsapevolmente fattocrollare il server di twitter. Il blocco del sito di microblogging è, infatti, avvenuto a causa di un massiccio attacco diDdos (denial of service), ossia la temporanea interrogazione da parte dinumerose macchine a un sito. Questo tipo di attacchi informatici, del resto,non sono nuovi e i precedenti non mancano. Nell’agosto 2008, infatti, in concomitanza con le tensioni nell’Osseziadel Sud, diversi portali istituzionali dl governo georgiano erano stati fatti ‘crushare’ dagli attacchi Ddos di hacker russi,ufficialmente non coordinati dal Cremlino.