Missioni, governo diviso

Silvia Tironi

Dell’Afghanistan, e delle missioni all’estero si parlamolto dopo gli attacchi subiti negli ultimi giorni dalle truppe italiane.Mentre dal paese asiatico arriva la notizia che si è raggiunto un accordo perun cessate il fuoco tra i talebani e le autorità nella remota provincia di Badghis,in Italia fanno discutere le parole di Umberto Bossi, ministro per le Riforme: il leader leghista hainfatti detto che riporterebbe volentieri tutti i soldati italiani a casa. Una presa diposzione addolcitasi, anche in seguito alle immediate reazioni dellamaggiornaza di governo, ieri a Cremona: "Abbiamo un sacco di missioniall'estero dei nostri militari che ci costano troppo – ha specificato Bossi - ei morti non piacciono a nessuno. Faccio parte di una coalizione di governo enon posso decidere da solo. Ma dobbiamo incominciare a parlarne, a ragionarcisopra". Alle parole di Bossi ha risposto oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini: "Lavoriamo in Afghanistan per la sicurezza anche dell'Italia, quindianche di Calderoli". Frattini, interpellato dai giornalisti a Bruxelles sulle ultimedichiarazioni del ministro leghista che, in un'intervista al quotidiano La Repubblica, oltre a rivedere la missione in Afghanistan, chiede un ritiro anche dai Balcani e dal Libano."Sono tutteopinioni rispettabili - ha detto ancora il titolare della Farnesina - masono opinioni personali il governo ha una visione che è già stataapprofondita, le missioni internazionali sono un biglietto da visitadell'Italia nel mondo". Frattini ha sottolineato inoltre la consapevolezza "che i nemicidella democrazia cercheranno di colpire maggiormente durante il periododi preparazione del voto. Tuttavia, è chiaro che resteremo in Afghanistan". D'accordo con Frattini è il segretario del Pd Dario Franceschini, il quale ritiene necessario che i nostri soldati restino in Afghanistan. Non la pensa così ilnumero uno dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: "Le buoneintenzioni si sono infrante, ormai in Afghanistan è guerra; l'Idv è sempre stata contraria alla guerra, lo abbiamo giàdetto per l'Iraq, e lo ribadiamo: noi non dobbiamo partecipare alleguerre e quei soldi vanno investiti per la solidarietà internazionale".Per Di Pietro, ormai, si è passati "dalla fase della difesa dellepopolazioni a quella di guerra guerreggiata. Proprio per questo-sottolinea- stasera riuniremo i gruppi parlamentari di Camera e Senatoper arrivare a una posizione univoca su questo tema". La pressione che si è venuta a creare intorno alle missioni dei nostri militari all'estero è alla fine stemperata dalla stessa Lega Nord, che chiede uno stop a quelle che definisce "polemiche strumentali. La Lega - affermano in una nota congiunta icapigruppo parlamenateri Federico Bricolo e Roberto Cota - ha sempremantenuto gli impegni assunti dal governo e lo farà anche in questocaso. Dunque non c`è alcun contrasto a livello di maggioranza. Bossi haaperto una riflessione giusta peraltro in corso in molti paesiimpegnati in Afghanistan. Lo stesso Presidente Obama ha fatto unariflessione sulla presenza degli Stati Uniti parlando di exit strategy.Proprio nella zona dove si trovano i nostri militari è stata raggiuntauna tregua che dovrebbe permettere il regolare svolgimento delleelezioni. L`auspicio è che questo accordo sia il primo di una lungaserie. Dopo le elezioni presidenziali in Afghanistan ci saràl'occasione per riflettere". Missione irrinunciabile - "La missione in Afghanistan è irrinunciabile", ha ribadito il ministrodella Difesa, Ignazio La Russa, spiegando che "ci sarebbe un problemasolo se la Lega votasse contro. Faccio un appello a non usare questiargomenti per avere visibilità. Questo dibattito se c'è, e non c'è, lodobbiamo fare prima in Consiglio dei ministri. Non ho mai sentito inConsiglio dei ministri e in Parlamento gli amici della Lega indifformità dalle posizioni del governo italiano". La Russa rispondendoalle parole di Bossi e di Calderoli ricorda che "ci siamo assunti degliobblighi per quanto riguarda le missioni internazionali. Se ci sonodelle novità si usino le sedi opportune. Io leggo le parole diCalderoli come una garbata precisazione e rettifica alle frasi di Bossitanto che parla di Kosovo e Libano dove, non è una novità, il governointende ridurre la presenza". Quello espresso dal leader della Lega, Umberto Bossi, è stato "unpensiero con il cuore" ha detto il viceministro delle Infrastrutture,Roberto Castelli, che, commentando il desiderio di Bossi di riportare acasa i militari in missione, ha chiarito come il leader del Carroccio"sia sempre molto spontaneo". Nella realtà, per Castelli "si tratta dicapire che cosa fare a livello di interesse del Paese". Il viceministroha comunque sottolineato di condividere il "moto dell'animo" del capodel partito. Nel dettaglio della missione in Afghanistan, Castelli hadetto che "si sapeva che ci sarebbe stata un'escalation. Deciderà ilConsiglio dei Ministri cosa fare. Ma - ha concluso - non c'è nessunapolemica tra La Russa e Bossi".  "Non è il momento di far rientrare i ragazzi italiani dall'Afghanistan:è il momento di completare quel lavoro" ha detto il segretario del PdDario Franceschini, oggi a Udine. "Penso che i ragazzi italiani, chesono là perché lo Stato li ha mandati, hanno il diritto di non vedereministri che litigano fra di loro con interviste sui giornalisemplicemente per raccogliere qualche consenso o qualche voto in più"."Hanno il diritto - ha concluso Franceschini - di avere un governo e unParlamento che compattamente stanno alle loro spalle". Lasituazione in Afghanistan –L’accordo raggiunto con italiban è il primo questo genere mai raggiunto nel Paese. Lo ha annunciato oggiun portavoce della presidenza a Kabul. La tregua è stata raggiunta ieri in unaprovincia dell'Afghanistan nord-occidentale, al confine col Turkmenistan. Puntaa garantire un regolare svolgimento delle elezioni presidenziali del 20 agosto,tappa decisiva per il futuro del Paese. Nelle ultime settimane i talebani hannointensificato le operazioni militari proprio allo scopo di impedire laconsultazione. “Il governo - ha specificato il portavoce - intende stipularesimili accordi in altre province. "Finché la tregua tiene le forzegovernative non attaccheranno i talebani nella provincia. Ai talebani saràanche permesso di prendere parte alle elezioni", ha detto il portavoce. Italebani d'altra parte si sono impegnati a non commettere attentati contro icandidati alle elezioni ed a consentire loro di fare una normale campagna. Leoperazioni militari, sia delle forze internazionali sia degli insorti islamici,sono meno frequenti in Badghis rispetto alle zone del paese che rappresentanola roccaforte della guerriglia come Helmand e tutte le aree dell'Afghanistansud-orietnale. Anche a Ovest comunque l'insicurezza cresce come dimostrano gliattacchi degli ultimi giorni alle truppe italiane. La tregua è stata negoziatagrazie all'intervento dei leader tribali e di altre influenti figure dellaprovincia, ha detto la fonte.