E Londra ammette: dubbi

Albina Perri

Quindici morti negli ultimi dieci giorni: per la Gran Bretagna il bilancio degli ultimi tempi delle operazioni in Afghanistan è difficile da digerire, al punto che la scorsa settimana David Milliband, segretario per gli Affari esteri, è intervenuto per riaffermare l’impegno nella regione asiatica, mentre in strada continuano le proteste che chiedono il ritiro delle truppe.  Una domanda è quasi sorta spontanea anche a Sir Richard Dannat, generale e capo dell’Esercito inglese che, nel corso di una intervista al programma della Bbc Radio 4 “Today”, ha dichiarato: “Un alto numero di morti inevitabilmente ti porta a farti delle domande su quanto stai facendo, su come stiamo agendo”. La risposta “alla quale bisogna poi arrivare è che questa missione è davvero importante”. Sono 184 i soldati britannici caduti sul campo in Afghanistan: un numero superiore a quello dell’Iraq e le ultime missioni afgane si sono rivelate, stando ai numeri, le più sanguinosa dai tempi della guerra alle Falklands, con 8 uomini uccisi nello spazio di 24 ore durante l’offensiva contro i talebani condotta dagli Stati Uniti d’America. L'operazione Khanjar - Lo scorso 2 luglio, quasi alla vigilia del G8, il presidente Obama aveva dato il via libera alla più vasta operazione di attacco dalla guerra del Vietnam ad oggi, rinominata “Khanjar” (colpo di spada) per riconquistare la valle dell’Helmand, impegnando quasi 4.000 uomini fra marines e altri militari. “Dove andremo, resteremo”, aveva avvertito il generale di brigata Larry Nicholson. Proprio oggi, lo stesso governo di Londra ha confermato l’invio di altri 140 soldati in Afghanistan. Con le truppe che si stanno lentamente smobilitando dall’Iraq, è davvero l’Afghanistan la nazione dove verranno concentrare le forze nei prossimi mesi. Non a caso, durante il vertice dell’Aquila, gli Stati Uniti hanno chiesto agli alleati di non abbandonarli e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa del secondo giorno, aveva rivelato che un altro accordo preso nel corso della cena di una settimana fa stabiliva un impegno sempre più forte per preservare il Pakistan dagli attacchi del terrorismo islamico. Il confine con il Pakistan - I talebani hanno una delle basi operative maggiormente radicate nel Sud dell’Afghanista, tra le montagne che confinano con il Pakistan. Alessandro Di Lisio, il paracadutista della Folgore ucciso quest’oggi, si trovava nella provincia di Farah che a nord confina con quella di Herat e ad est con quella dell’Helmand: nel bel mezzo della tempesta. Se le forze dell’Isaf mollassero la corda nel Sud del paese orientale, sarebbe l’inizio della fine.