Guerra di diplomatici tra Iran e Londra

Dario Mazzocchi

Meglio tardi che mai: Barack Obama esce allo scoperto e confida di avere "forti dubbi sulle elezioni iraniane". Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa tenuta alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti stanno con Neda e con tutti i cittadini iraniani che hanno il diritto di protestare e di manifestare tutto il loro disappunto per quanto accaduto nelle elezioni presidenziali. Obama lo ha fatto capire molto bene nel corso dell'incontro con i giornalisti. Così, dopo le numerose richieste – arrivate soprattutto dai critici – ad affrontare in modo deciso il nodo iraniano, ha voluto ricordare la morte della giovane ragazza ripresa dalle telecamere per far trasparire tutto il suo disappunto. "Sono in lutto per ogni vita persa" - “Condanno fortemente queste azioni ingiuste”, ha aperto il suo discorso riferendosi alle violenze da parte di polizia e Guardia rivoluzionaria. “E mi unisco a tutti quegli americani che si sentono in lutto per ogni vita persa”. È a questo punto che Obama ha voluto ricordare il suo intervento nel corso dell’incontro con le nazioni arabe ad Al Cairo di poche settimane fa. Il governo di un Paese deve essere responsabile nei confronti dei suoi cittadini. Un concetto che nulla ha a che fare con le immagini “di una donna insanguinata e morente nelle strade”. "Ciò che accade influenzerà non solo il futuro dell'Iran" - Ai reporter che gli hanno domandato se ci saranno conseguenze per il regime iraniano, Obama ha replicato: “Il governo dell’Iran dovrebbe capire che il modo con il quale sta gestendo il dissenso all’interno della propria nazione, condizionerà molte cose, non solo il futuro dell’Iran”. Espulsi due diplomatici - Nel frattempo il Paese mediorientale ha espulso due diplomatici britannici, e Londra ha risposto espellendo due diplomatici iraniani: lo ha detto ai Comuni il premier Gordon Brown, affermando che la mossa iraniana è stata "ingiustificata", sostenuta da accuse "completamente prive di fondamento". Accuse a Ban Ki-moon - L'Iran ha accusato anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, di ingerenza nei suoi affari interni. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Isna. La notte scorsa Ban Ki-moon aveva chiesto a Tehheran "lo stop immediato agli arresti, alle minacce e all'uso della forza" da parte delle autorità. "Ban Ki-moon, sotto l'influenza di alcuni poteri, sta ignorando la realtà delle elezioni in Iran e le sue critiche sono chiaramente in contraddizione con le sue mansioni... E costituiscono una chiara ingerenza nelle questioni interne dell'Iran". Queste le dichiarazioni attribuite dall'Isna al portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Qashqavi. Le tasse sui proiettili - Nessuna pietà: le famiglie delle persone rimaste uccise negli scontri degli ultimi giorni in Iran dovranno pagare i proiettili con i quali loro cari sono caduti per le strade della capitale Teheran. È l’ultima provocazione da parte delle autorità dello stato asiatico e della Guardia rivoluzionaria, che continua a minacciare i dimostranti. Dall’altra parte della barricata, i sostenitori di Moussavi non demordono e hanno programmato l’ennesimo corteo per chiedere che il voto presidenziale venga invalidato e che Ahmadinejad lasci l’incarico di capo dello Stato. La conferma che le famiglia dovranno sostenere “le tasse” per il proiettile è giunta questa mattina, dopo che una diciannovenne è rimasta uccisa negli scontri. Le autorità hanno chiesto ai genitori di pagare un equivalente di 3.000 dollari prima che portassero via il corpo. È stato il reporter del Wall Street Journal Farnaz Fassihi ad assistere alla tragica scena. Manifestazioni in tutto l'Iran - Non è solo Teheran ad essere attraversata da continue manifestazioni: dalla rete – come ormai accade da tempo – è stato postato un video che ritrae le strade di Kerman, centro che sorge a più di 600 miglia dalla capitale, dove la popolazione ha voluto scendere al fianco dei dimostranti anti-Ahamadinejad. Blair: Obama ha ragione a essere prudente - Tony Blair, l’ex Primo ministro britannico, ha dichiarato che questo “è un momento straordinario”, ma anche “difficile” perché “vorresti essere al fianco per queste persone per le quali simpatizzi”, ha detto riferendosi ai dimostranti, ma ha aggiunto che “ha ragione Obama, occorre essere prudenti perché il tuo intervento potrebbe essere usato contro le persone che intendi aiutare”.