Iran, almeno 3 milioni di voti irregolari

Albina Perri

Sono più di cinquecento le persone arrestate a Teheran. Tra loro, anche la figlia dell'oppositore di Ahmadinejad, l'ex presidente Rafsanjani, già liberata. Le autorità hanno ammesso che i conti non tornano su tre milioni di voti (il 10 percento del totale, circa), ma per il Consiglio dei Guardiani iraniano questo non viola la legge. Finora, il Consiglio  non ha riscontrato «irregolarità di rilievo» nelle elezioni presidenziali del 12 giugno: così  ha detto il suo portavoce, Abbasi Ali Katkhodai, citato oggi dalla televisione iraniana in lingua inglese Press Tv. Ha sottolineato Katkhodai che il Consiglio respinge quanto affermato in alcuni ricorsi secondo cui «in 170 città i voti sarebbero risultati essere più degli aventi diritto». E da Twitter arriva la notizia che Moussavi sta preparando uno sciopero generale. Inizierà dal comparto petrolchimico. Gli iraniani troveranno i supermercati chiusi, i mezzi di trasporto si fermeranno, le banche chiuderanno. Il governo, dicono le fonti sui social forum, è pronto di contro a tagliare l'energia elettrica. Si invita il popolo iraniano a fare scorte di gas e benzina. Non solo, perché è già stata programmata una nuova manifestazione in ricordo di Neda, la giovane uccisa sotto l'occhio delle telecamere, nonostante le continue minacce da parte delle autorità. La Guardia rivoluzionaria, un corpo d'elite creato per difendere la repubblica islamica nata dalle rivolte del 1979, ha promesso che non verranno tollerate altre dimostrazioni. Le testimonianze che arrivano dalla capitale del Paese parlando ancora di scontri tra manifestanti e polizia che parte all'attacco con gas lacrimogeni. Questa notte, dicono le autorità, è stata tranquilla. La prima notte tranquilla dopo le elezioni. Ma ieri l'esercito ha sparato sulla folla: a terra decine di persone. In un video amatoriale diffuso dalla Cnn, si vede cadere e morire una donna: si chiamava Neda. Il leader dell'opposizione Mousavi ha detto che i brogli erano stati organizzati da mesi, e si è dichiarato pronto al martirio. La polizia antisommossa iraniana da sabato sta intervenendo con lacrimogeni, idranti e manganelli per disperdere centinaia di manifestanti filo-Moussavi, radunati davanti all'Università di Teheran. Lo riferiscono testimoni. Si vede fumo salire vicino a Piazza della Rivoluzione, dove molti stanno cercando di arrivare sfidando il divieto di manifestare. Voci contrastanti riferiscono di due espolosioni presso il mausoleo dell'ayatollah Khomeini. Non è ancora chiaro si si trattino di bombe oppure di kamikaze: gli attentati hanno provocato un morto e diversi feriti. La polizia governativa è schierata da sabato. Sarebbero all’incirca 2-3mila le persone scese per le strade a protestare contro i brogli elettorali, sfidando l’ultimatum della Guida suprema Ali Khamenei che ieri aveva giudicata legittima la rielezione di Ahmadinejad, vietando i cortei. La tv di Stato: Moussavi responsabile - La televisione iraniana, nel frattempo, ha fatto sapere che Moussavi sarà ritenuto responsabile per quanto sta accadendo a Teheran. I reporter stranieri nel Paese fanno sapere che è praticamente impossibile muoversi e avvicinarsi ai luoghi degli scontri: davanti a loro c'è un muro di forze dell'ordine che li tengono bloccati nelle loro posizioni. E' solo attraverso Twitter e alcuni video su YouTube che è possibile seguire gli ultimi sviluppi. I messaggi da Twitter - Con le televisioni oscurate e molti siti non accessibili, gli abitanti di Teheran continuano a collegarsi con il mondo attraverso Twitter. I messaggi delle ultime ore sono pieni di angoscia. Un ragazzo ha comunicato di essere seriamente preoccupato per la sorella, uscita in strada da parecchie ore e che non ha ancora fatto ritorno a casa. Altri testimoni raccontano che pure una coppia di anziani è stata presa a manganellate dalla polizia.