Il discorso

Obama contro tutti. Nel suo discorso sullo stato dell'Unione annuncia l'innalzamento del salario minimo

simone cerroni

Barak Obama contro tutti. Nel suo discorso sullo stato dell'Unione, tenutosi martedi 28 gennaio a Camere riunite a Washington, il presidente americano è apparso più che mai ottimista e determinato ad affermare la sua agenda politica e sociale, per troppo tempo rimasta ostaggio delle lotte tra partiti. Dall'innalzamento del salario minimo alla discriminazione sulle donne, dall'Obama Care al carcere di Guantanamo. Tanti i temi toccati nel discorso. Insomma,anno nuovo vita nuova per il Presidente, dopo un 2013 caratterizzato dal fallimento diplomatico nella guerra siriana, il caso Datagate e l'avvio disastroso della riforma sanitaria, responsabili del crollo ai minimi storici del sostegno dell'opinione pubblica americana nei confronti del suo presidente. L'ottimismo - Nessun crescendo, ma Obama inizia il suo discorso subito in maniera diretta e carico di ottimismo, ribadendo la sua leadership e sfidando il Congresso a maggioranza repubblicana. «Il 2014 sarà l’anno dell’azione. L'America non resterà immobile, né tantomeno io. Dovunque e in qualsiasi momento agirò in mancanza di leggi. Se il Congresso si rifiuterà di prendere le misure necessarie per sostenere la classe media agirò per decreto».  Il Discorso  di Obama sullo stato dell'Unione guarda il video su liberotv.it Innalzamento del salario minimo - Infatti, proprio per decreto, il presidente ha annunciato che, scavalcando il Congresso, alzerà dal prossimo anno il salario minimo da 7,25 dollari l'ora a 10,10 dollari per i nuovi contratti dei lavoratori federali. Per il momento Obama può solamente innalzare il salario di questa categoria, aggirando il Congresso e usando i suoi poteri esecutivi, in quanto per alzarlo a tutte le categorie serve una legge approvata dal Parlamento. Occupazione - Nonostante "la più alta percentuale di neolaureati da più di tre decenni, otto milioni di posti lavoro creati in quattro anni e la disoccupazione più bassa da cinque anni, la situazione rimane difficile. La dura e cruda verità è che nel mezzo della ripresa ancora troppi americani lavorano più che mai per tirare avanti e ancora troppi americani non lavorano".  Un economia in salute - Sembra ormai lontano il bienno 2008-2010 della crisi nera avviatasi con la crisi dei mutui sub prime. Obama infatti conferma come "non è più la Cina la principale destinazione degli investimenti esteri, ma l'America". Inoltre l'indipendenza energetica sempre più vicina, grazie all'attività di fracking - trivellazione entro una formazione di roccia contenente idrocarburi per aumentarne la permeabilità al fine di migliorare la produzione del petrolio o del gas da argille - e il deficit ridotto di metà, rendono l'economia in ottima salute.  Donne e asili nido - Ce n'è per tutti anche per due problemi scottanti in America come le donne e gli asili nido. "Le donne - ha affermato Obama - rappresentano la meta' della forza lavoro, ma guadagnano meno, 77 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo. Questo e' sbagliato e imbarazzante nel 2014. Come imbarazzante e' non garantire a tutti lo stesso standard di servizi sociali, a partire dagli asili nido. Obiettivo che puo' essere raggiunto solo con una profonda revisione del sistema fiscale". La politica estera - Non poteva mancare naturalmente la politica estera dopo che con il caso siriano non solo non si è avuta la conferma della perdita del soft power, ma si è aggravata ancor di più la visione americana da parte dei paesi mediorientali. Obama, infatti, non dimentica anche le enormi sfide in politica estera, a partire dall'Iran: "Se Kennedy e Reagan hanno trattato con l'Unione Sovietica, non vedo perche' non lo possiamo fare con avversari meno forti. Abbiamo il dovere di provare". Poi rinnova la promessa su Guantanamo: "La chiuderemo quest'anno".  Il secondo mandato - Chissà se sarà veramente l'anno della svolta. Per il momento gli intenti da parte del presidente ci sono tutti. Il secondo mandato presidenziale è stato da sempre caratterizzato dalla maggiore libertà per il presidente di proporre e osare, in quanto non si ha paura di non essere rieletti per via del limite dei due mandati. Il 2014 e'anche un anno di elezioni di midterm, che si svolgeranno in novembre e che rinnoveranno l'intera Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato.