Il giallo a Parigi
Antonio Ingroia, lo sfogo dopo la rissa in aeroporto: "Io ubriaco fradicio? Ecco com'è andata"
L'ex pm Antonio Ingoria nega (quasi) tutta la ricostruzione fatta dai giornali il giorno di Pasqua, quando gli è stato impedito di prendere un volo per l'America Centrale da Parigi "perché ubriaco". L'ex magistrato al Fatto quotidiano parla di fake news, di bufale, e scarica tutta la colpa allo steward che secondo lui è stato solo maleducato. Ingroia ha ammesso solo che quella mattina non era proprio in piena forma: "Ero stanco e alterato. Non alterazione alcolica, badi bene. Ero nervoso. Sveglia nella notte, uscita di casa alle 4 e mezza del mattino, volo Roma-Parigi all'alba, poi questo scalo tecnico, il primo ritardo, il secondo ritardo, finalmente l'imbarco alle 12.30, poi uno dell'equipaggio segnala che il mio posto era occupato, poi un'altra comunicazione di un ulteriore ritardo di un'ora al gate". Leggi anche: Ingroia ubriaco fradicio all'aeroporto, cosa non sapevate: retroscena da Parigi A quel punto però Ingroia prende una decisione che ha inevitabilmente influenzato quel che è accaduto più tardi: "Dopo aver compreso che il pranzo in aereo era saltato, vado al ristorante dell'aeroporto, mangio e bevo un paio di calici di vino. Torno all'imbarco per la seconda volta. Litigo di nuovo con lo steward sull'assegnazione del posto, io ritengo particolarmente grave la sua maleducazione e gli rispondo per le rime, alzo la voce". Il faccia a faccia diventa subito rissoso, Ingroia prova a spiegarsi in francese, ma lo steward "fa finta di non capire". Arriva il comandante, che dà ragione al suo uomo: "Mi dice che in quelle condizioni non può farmi partir. Mi dice che sono alterato, che ho bevuto". Di certo non aiuta urlare e minacciare: "Io da qua non mi muovo", come ha fatto Ingroia davanti al comandante ormai determinato a farlo restare a terra. L'ex magistrato insiste e l'equipaggio gli ripete: "Lei ha bevuto e quindi costituisce una minaccia alla sicurezza". Ingroia quindi nega di essere svenuto e che addirittura lo hanno rispedito di forza in Italia. Dopo quello scontro, ha fatto un nuovo biglietto ed è riuscito a raggiungere l'America Centrale. Ma dopo questa vicenda, il pm del processo sulla trattativa Stato-Mafia ha maturato un lucidissimo sospetto: "Non so se la pubblicazione di questa fake news proprio il giorno dell'anniversario della sentenza della Trattativa sia stato casuale". Chissà, di sicuro lui non si arrende ed è pronto a riprendere le sue grandi battaglie per "la verità e la giustizia sui casi Manca e Vassallo, sulla 'ndrangheta stragista e la Trattativa in Italia, per Rafael Correa e Assange in America Latina e nel mondo". E tanti auguri.