Effetto-Brigitte, sviluppo emotivo guastato
Emmanuel Macron, parla lo psichiatra: "Il presidente è uno psicopatico con deliri di onnipotenza"
Quando lo psichiatra italiano Adriano Segatori, alla vigilia del secondo turno delle elezioni presidenziali francesi, disse che l' allora candidato di En Marche! Emmanuel Macron era un «pericoloso psicopatico con deliri di onnipotenza», spiegando in un video di otto minuti perché si spingeva ad avanzare quelle affermazioni, i giornali della gauche fecero a gara per demonizzarlo. Dal Monde a Libération scrissero che Segatori aveva pubblicato alcuni contributi su Destra.it, dunque era uno che si situava «all' estrema destra dello scacchiere politico», un infrequentabile che non meritava di essere ascoltato: la tipica reductio ad hitlerum di una sinistra dogmatica che preferisce anatemizzare invece che dibattere. Ma in realtà l' analisi di Segatori, membro della sezione scientifica "Psicologia Giuridica e Psichiatria Forense" dell' Accademia Italiana di Scienze Forensi, è stata condivisa in Francia da personalità eterogenee, e non solo dall' universo politico e intellettuale vicino a Marine Le Pen e al Rassemblement national. Prima ancora che lo psichiatra italiano analizzasse il profilo dell' allora candidato di En Marche, affermando che la seduzione psicologica e fisica della sua professoressa e futura moglie Brigitte aveva stoppato violentemente lo «sviluppo psichico» del ragazzino che era quando si incontrarono nell' atelier di teatro del liceo La Providence di Amiens, Rama Yade, ex ministra di Nicolas Sarkozy, dichiarò su Europe1 che uno dei criteri per essere candidati alle presidenziali doveva essere «l' equilibrio psicologico. Come per i piloti d' aereo, è importante valutare il loro stato psicologico!», disse l' ex segretaria di Stato agli Affari esteri e ai Diritti dell' uomo, prima di aggiungere: «Non si può dire la mattina che la colonizzazione è un crimine contro l' umanità e scusarsi per averlo detto la sera stessa» (il riferimento era alle considerazioni fatte da Macron sul ruolo della Francia nella Guerra d' Algeria, un' uscita che suscitò polemiche aspre soprattutto tra gli ex combattenti francesi). Leggi anche: Macron, il politologo francese Stephane Rozès: "Prometteva sovranità, poi con Bruxelles..." Scatti di nervi - La Yade, che invitava in maniera indiretta a mandare Macron dallo psicologo, è stata a sua volta demonizzata per aver lasciato intendere che il futuro presidente francese era potenzialmente uno squilibrato. Eppure si limitò a riportare pubblicamente quello che molti, nel mondo politico e intellettuale, pensavano a telecamere spente. Una frase dell' analisi del professor Segatori torna puntualmente quando l' inquilino dell' Eliseo si rende protagonista di scatti nervosi assai poco istituzionali: «Vediamo le crisi isteriche di Macron nei momenti in cui l' ammirazione che ha di fronte viene meno, e quindi mette in difficoltà il suo falso sé, la sua scadente identità». Si pensi a quando il capo di Stato maggiore generale Philippe de Villiers manifestò il suo dissenso verso i tagli alla spesa militare da lui decisi, e Macron lo cacciò brutalmente urlando «c' est moi le chef!», sono io il capo. Ma anche alle accuse scomposte al governo italiano e ai suoi alleati europei perché non condividono le sue idee, «la lebbra populista che cresce un po' ovunque in Europa», o alla reprimenda esageratamente aggressiva a uno studente che gli aveva lanciato un disinvolto «come stai Manu?». Per lo psichiatra italiano, è il profilo tipico di «un narcisista psicopatico», o con me o contro di me, di un bambino che non vuole sentirsi dire no e non tollera che il suo giocattolo venga sfiorato. Reazioni scomposte - Abituato a persone che alimentano il suo «delirio di onnipotenza», a partire dai suoi fedelissimi all' Eliseo, il segretario generale Alexis Kohler e il consigliere speciale Ismaël Emelien, Macron ha perso facilmente le staffe quando qualcuno si è ribellato ai suoi piani e ha messo in dubbio la bontà delle sue mosse. Il problema è che non è più soltanto ai vertici di una banca d' affari o di un' impresa privata, ma di una nazione che è la seconda economia europea e che deve esistere e dialogare in un mondo multipolare dove non tutti pensano che il liberalismo e il multiculturalismo siano una "chance", una fortuna, un' opportunità. Il settimanale Obs, qualche settimana fa, ha dato la parola a sei psicanalisti che hanno analizzato la figura di Macron, uno che «ha sposato la sua professoressa e ucciso François Hollande», il suo padre politico: un bel groviglio edipico da sciogliere. Per alcuni è senza "super io", per altri è il "narcisista" per eccellenza. Ma il contributo più interessante, sulla scia dell' analisi di Segatori, è quello della psicanalista Sophie Cadalen: «Macron è un imprenditore di sé stesso. Assomiglia al ritratto di Alcibiade visto da Lacan. Ne Il banchetto di Platone, Alcibiade è "il migliore", l'"uomo del desiderio". Ma ignora ciò che cerca, ciò a cui mira attraverso le sue conquiste. Si mostra come "colui che ha desideri senza limiti, è l' esempio lampante dell' assenza della paura della castrazione". È questo Macron. Certo, grazie al suo talento e alla sua fortuna è riuscito a conquistare l' Eliseo. Ma per farne cosa?». di Mauro Zanon