il terrorista rosso
Cesare Battisti, parla l'amico: "Non vuole più fuggire, è pronto ad affrontare le conseguenze"
Cesare Battisti non sarebbe fuggito dopo la promessa di Jair Bolsonaro di estradarlo in Italia. "Battisti si è recato a San Paolo, dove si è riunito martedì con i suoi rappresentanti legali, e tornerà a Cananeia, dove risiede, nei prossimi giorni", ha spiegato l'avvocato Igor Tamasauskas, smentendo così le voci della stampa, secondo le quali il terrorista avrebbe fatto perdere le proprie tracce dopo le elezioni in Brasile, che hanno incoronato il candidato di ultradestra. A difendersi dalle "calunnie" ci ha pensato lo stesso Battisti in un'intervista al Giornale Radio Rai: "Bolsonaro può dire quello che vuole, io sono protetto dalla Corte Suprema. Le sue sono solo parole, fanfaronate. Lui non può fare niente, c'è una giustizia, io per la giustizia sono protetto, lui non ha nulla a che vedere con questo - prosegue -. Non penso il presidente abbia interesse a creare discordia tra tra il potere giudiziario e l'esecutivo. Si parla, ognuno può dire quello che vuole. Io non ho alcun problema". Leggi anche: Bolsonaro regala a Salvini il terrorista rosso, Battisti È La Stampa a ricostruire la routine dell'ex membro dei Proletari armati per il comunismo, condannato a diversi ergastoli: "Il giorno delle elezioni Battisti era molto preoccupato per la vittoria di Bolsonaro, ha seguito passo per passo lo spoglio con gli amici, al solito bar", spiega il gestore del Do Miguel. Di diverso parere, invece, l'amico Amir Oliveira: "Dieci giorni fa Battisti mi ha detto di essere stanco di scappare e che è pronto ad affrontare tutte le conseguenze". Eppure il terrorista è libero: "Il braccialetto gli è stato tolto ad aprile e non ha più nemmeno l'obbligo di firmare una volta al mese", tiene a precisare il tribunale di Cananeia, ricordando però che l'uomo non può uscire dal Brasile, dove risiede dal 2007.