A Pyeongchang

Corea del Nord, terrore per gli atleti alle Olimpiadi: la notte sulla nave da crociera

Giulio Bucchi

Un "disgelo olimpico" tra la Corea del Nord e quella del Sud che non cancella, però, l'inquietudine e i timori bellici su Pyeongchang 2018. Le storiche trattative tra i due Paesi confinanti, divisi dal 38° Parallelo e dalle minacce atomiche di Kim Jong-un ai cugini (capitalisti) del Sud hanno portato alcuni risultati: i comunisti del Nord parteciperanno ai Giochi invernali in programma in Corea del Sud dal 9 al 25 febbraio, con ampia rappresentanza composta da due pattinatori sul ghiaccio, team di arti marziali a scopo dimostrativo, giornalisti, artisti e "tifosi". Tutti loro saranno ospitati su una nave da crociera, forse per garantire loro la massima privacy (traduzione: segretezza e separazione dal resto del mondo) e sotto lo stretto controllo di Kim Yo-jong, sorella del dittatore e, sottolinea il Corriere della Sera, regista della propaganda. Una specie di carcere (sportivo) di massima sicurezza, insomma. Per approfondire leggi anche: "Attaccare subito, anche se sarà strage", l'ipotesi estrema di Luttwak Per evitare tensioni e scintille (che potrebbero far scattare l'allarme bellico) sarà riattivata la linea rossa telefonica tra Seoul e Pyongyang, con contatti diretti tra i vertici militari per coordinare le operazioni. Il 16 febbraio, inoltre, il regime del Nord potrebbe sospendere per un giorno la segregazione delle famiglie nordcoreane dai parenti che sono riusciti a scappare al Sud, rimanendone divisi senza comunicazioni dirette per decenni. Un via libera temporaneo, appunto, quello partorito al tavolo di Panmunjom, che il Sud considera un segnale di distensione. Da qui a parlare di svolta di Kim ce ne passa. Anche per questo negli Stati Uniti i vertici del Pentagono continuano, riporta il Corsera, a studiare "un modo per sferrare azioni militari contenute contro il Nord senza rischiare un conflitto totale".