Europeisti se gli conviene

La Baviera si fa il ministeroper difendersi dall'Europa

Daniel Mosseri

Un ministero per la Patria. È l’ultima novità politica che viene dalla Germania. Anzi dalla Baviera. Il «Heimatministerium» è il coniglio estratto dal cappello di Horst Seehofer, il leader incontrastato della Csu appena rieletto alla guida del governo bavarese con 100 voti a favore e 70 contrari nel Parlamento regionale. La riconferma del numero uno dell’Unione Cristiano Sociale alla guida della Staatskanzlei, la Cancelliera di Stato, segue alle elezioni del 15 settembre scorso con cui la Csu ha riconquistato la maggioranza assoluta a Monaco sfiorando il 48% dei voti. Un risultato da fare impallidire l’ottimo 42% della Cdu della cancelliera. A differenza di Seehofer, fra socialdemocratici e Verdi Angela Merkel fatica non poco a trovare il partner per il suo governo di coalizione. E la differenza si vede. Mentre sui giornali tedeschi si discute dell’opportunità di creare a livello federale un ministero per l’Integrazione, la Csu si inventa quello per la Patria. Un dicastero dedicato cioè ai temi dell’identità, anche se regionale, della tradizione e della valorizzazione del territorio. Seehofer lo aveva promesso durante la campagna elettorale conclusasi, anche in Baviera, con l’estinzione dei Liberali. Con l’invecchiamento della popolazione le funzioni del settore pubblico aumenteranno a ogni livello e per la Csu serve un ministero che valorizzi le tradizioni regionali, mettendo l’accento anche sull’identità rurale contro la globalizzazione. Un esempio? Occorre proteggere lo Stato Libero di Baviera dalla smania etichettatrice di Bruxelles. Monaco non vuole che l’Unione europea discuta se una birra con lo 0,5% di alcol debba essere definita «analcolica» o meno. Il punto è che «con una birra del genere uno deve bere tantissimo se vuole ubriacarsi», tagliava corto Seehofer incontrando i mastri birrai bavaresi durante la campagna elettorale. Gli ex alleati liberali non si erano mostrati a favore della proposta del governatore, osservando per bocca del vicepremier regionale Martin Zeil «che non c’è bisogno di un ministero ad hoc per ogni obiettivo importante». E i bavaresi li hanno puniti facendoli scendere dall’8 al 3,3%. La creazione del ministero per la Patria si inserisce in quella linea identitaria tipica della tradizione regionale. La Baviera è per molti tedeschi un mondo a sé. In nessun altro Land si vedono tanti giovani indossare con orgoglio gli abiti tradizionali o impiegare il dialetto anche in pubblico. Cosa che a Berlino non si fa. Se la Germania è la locomotiva d’Europa, la Baviera è la prima regione per sviluppo economico di tutta la Repubblica federale. Eppure il marketing di Monaco è tutta basato sulla tradizione e all’Oktoberfest 12,5 milioni di bavaresi si presentano al mondo con le bretelle, la birra e un brezel in mano. Forte di un consenso alle stelle, in campagna elettorale Seehofer ha dato qualche pizzicotto a Berlino e a Bruxelles.  Il governatore chiede per esempio che agli stranieri sia chiesto un pedaggio per usare le autostrade tedesche, famose in Europa per essere gratuite. Seppure con un boccale di birra in mano, Seehofer non scende dal pero e sa bene che una proposta del genere è irricevibile per l’Unione europea che ha fatto del libero mercato uno dei suoi pilastri. Ma forse qualche stoccata a Bruxelles serve anche a non lasciare tutto lo spazio a destra ad Alternative für Deutschland, il partito contrario al salvataggio dell’euro che, presentatosi per la prima volta alle elezioni federali lo scorso 22 settembre, ha sfiorato l’ingresso al Bundestag con un onorevole 4,7%. Un dato in crescita visto che gli ultimi sondaggi attribuiscono ad AfD il 6% dei consensi nazionali.  Ma la Csu non starà ferma a farsi logorare. Senza indulgere in accenti apertamente antieuropei – un’attività dalla quale si guarda bene anche il nuovo partito anti Bce  – la Csu rilancia il tema dell’identità regionale per ribadire che «serve un’Europa delle regioni». E poiché Seehofer ha già guidato il Land a maggioranza cattolica per cinque anni e si accinge a farlo per altri cinque, già pensa alla successione. Il governatore classe 1949 ha dunque affidato il nuovo ministero al suo delfino, Markus Söder, nato a Norimberga nel 1967. Così, mentre la Repubblica federale tedesca sempre impegnata a metabolizzare l’eredità nazionalsocialista tratta il nazionalismo con le molle, il duo Seehofer-Söder propone che il ministero regionale della Patria abbia sede a Bamberga, a Herrieden o, perché no, a Norimberga. di Daniel Mosseri