Medio Oriente
Trump: "Gerusalemme capitale d'Israele". Ira palestinese, Hamas: "Ha aperto le porte dell'inferno"
Il presidente americano Donald Trump ha ufficialmente riconosciuto Gerusalemme capitale di Israele preannunciando lo spostamento dell'ambasciata americana da Tel Aviv. Una decisione storica accolta con favore solo da Israele. Il resto del mondo, a cominciare dal Vaticano, si dice preoccupato da una scelta che potrebbe compromettere le trattative di pace in Medio Oriente e alimentare il sentimento anti-americano e anti-israeliano non solo nel mondo musulmano. Di sicuro, questo giorno secondo l'organizzazione palestinese Hamas "ha aperto le porte dell'Inferno". "Non possiamo risolvere i nostri problemi (...) ripetendo le strategie fallimentari del passato", ha spiegato Trump in questo "giorno storico". "Le vecchie sfide necessitano di nuovi approcci, l'annuncio di oggi rappresenta un nuovo approccio al conflitto israelo-palestinese". "Israele è uno Stato sovrano e ha il diritto di determinare la propria capitale - ha sottolineato il presidente -. Riconoscerlo è condizione necessaria per raggiungere la pace". "Gerusalemme è e deve rimanere un luogo in cui ebrei, cristiani e musulmani possono pregare liberamente. Non è solo il cuore di tre grandi religioni, ma anche il cuore di una delle democrazie di maggior successo al mondo, dove le persone di tutte le fedi sono libere di pregare secondo il loro credo". Visto la durissima critica di attori fondamentali dell'area come Egitto e Giordania, ma anche di importanti partner europei (il presidente francese Macron ha definito "deplorevole" la decisione americana), la già strettissima strada per la pace tra Israele e Palestina rischia di chiudersi definitivamente. "Gli Stati Uniti restano impegnati a raggiungere un accordo di pace accettabile per israeliani e palestinesi - assicura Trump -, intendo fare tutto ciò che è in mio potere per arrivare a un accordo". "Questa decisione non vuole riflettere l'abbandono dell’impegno per un accordo di pace durevole - ha proseguito -, noi vogliamo un accordo per israeliani e palestinesi, non stiamo prendendo posizione su nessuno status finale". Categorica, all'opposto, la posizione dei palestinesi. L'Olp, organizzazione per la Liberazione della Palestina, accusa Trump di aver "distrutto ogni speranza di soluzione di pace sulla base del principio dei due Stati". Per Abu Mazen, presidente dell'Autorità nazionale palestinese, da oggi "gli Stati Uniti non potranno più fare da mediatori in un negoziato tra israeliani e palestinesi".