Alleanze strategiche
Corea del Nord, missione a Cuba: alleanza militare, nasce un nuovo mostro comunista
Il ministro degli Esteri della Corea del Nord, il burocrate e diplomatico Ri Yong–ho, sta raggiungendo l’Avana per incontrare l’omologo cubano, Bruno Rodriguez Parrilla: la visita cade in un momento storico che può essere paragonato a quello in cui Che Guevara decise di partire per Pyongyang. Sullo sfondo, infatti, sta nascendo un ultima e spaventosa alleanza comunista. Era il 1960, Ernesto Guevara, il Che, vola dall’Havana a Pyongyang nel palazzo di Kim Il-sung descrivendo la Corea del Nord come modello per il futuro di Cuba. La strategia cubana era semplice: intrattenere rapporti diplomatici con più stati possibili, in particolare quelli vicini al sistema socialista. Il Che era consapevole che la Corea era uno de paesi che aveva dipinto i "compagni" cubani come alleati e amici nella lotta per l’avanzata del socialismo. Dalla stretta di mano tra il rivoluzionario cubano e il dittatore nordcoreano si ha la nascita dei rapporti diplomatici tra Pyongyang e l’Avana. Il legame si rafforzò con la Guerra Fredda, in tempi recenti si temeva invece un crollo con le aperture di Obama e la fine dell’embargo: la realtà è differente. Cuba non ha ceduto al capitalismo e non ha intenzione di sospendere i legami con Mosca e gli altri alleati dello schieramento ex- socialista, oggi chiamato filo – occidentale. Il successore di Fidel, Raul Castro, era ritenuto il promotore della controriforma, ma Cuba ha dimostrato una resilienza naturale, così scrive Il Giornale, a entrare nelle logiche di Washington. Con l’elezione di Trump il dialogo Cuba e Usa è venuto meno, anche a causa dell’opposizione di Trump nei confronti delle aperture verso il regime castrista. A questo bisogna aggiungere l’allineamento cubano, mai venuto meno, alla ex sfera d’influenza sovietica, oggi geopolitica più che ideologica, e in questo gruppo si ritrova la Corea del Nord. Oggi è la Corea ad essere completamente isolata ed è alla disperata ricerca di aiuto politico e non solo, soprattutto dopo le recenti decisioni di Singapore e delle Filippine di interrompere ogni attività commerciale con il regime nordcoreano. Cuba non è al livello di queste potenze, però è uno dei pochi paesi ad avere mantenuto stretti i rapporti con Pyongyang, al punto da non aver ancora riconosciuto ufficialmente la Corea del Sud. Lo scopo del viaggio è quello di dimostrare come la Corea del Nord sia perfettamente in grado di creare una rete diplomatica autonoma, una sorta di asse che unisce tutti i Paesi non allineati con gli Stati Uniti. Cuba non ha mai rinunciato definitivamente ai rapporti con la Corea ed in questo momento la partnership può rinsaldarsi. La speranza è trovare unione in più settori: tecnologico, militare, politico ed economico. Nonostante siano entrambi stati deboli economicamente e militarmente, potrebbero puntare sulla loro reciproca necessità, sicuramente in ottica di ottenere uno “sponsor” internazionale più potente che resterà però nell’ombra, Russia o Cina per esempio.