terrorismo

Barcellona, nel secondo covo dei terroristi le prove di un attacco contro le chiese: "Avevano 500 litri di acetone"

Margherita Fedocci

È stato scoperto dalla polizia spagnola il secondo covo della cellula terroristica che ha colpito Barcellona il 17 agosto. Gli attentatori usavano come base una masseria nella provincia di Terragona, a 15 chilometri da Cambrils, nella quale sono stati ritrovati i documenti parzialmente bruciati di due dei quattro attentatori, Mohamed Hichamy e Younes Abouyaaqoub. Nello stabile sono state anche scoperte le prove di acquisto di 500 litri di acetone, 15 federe da cuscino e lacci. Secondo gli esperti la dose di acetone fuori dal comune farebbe credere che stessero cercando di produrre il perossido di acetone, noto come TATP, utile per creare degli esplosivi. I lacci e le federe, invece, potrebbero essere usati per nascondere le bombe. Secondo quanto riportano i media spagnoli, altre tracce di acetone erano state trovate nel primo covo, ad Alcanar, insieme a bombole di butano, dell'acqua ossigenata e a svariati chiodi che probabilmente erano previsti per essere usati come schegge. Secondo le dichiarazioni di Mohammed Houli Chemla, uno dei responsabili dell'attacco, è emerso che i criminali erano in attesa che gli esplosivi si seccassero prima di trasportarli sui furgoni e colpire alcune chiese, tra cui la Sagrada Familia.