Albania, il nuovo paradiso per le vacanze: mare da urlo e con 7 euro ti ingozzi di squisito pesce fresco
Dieci giorni attraverso l’Albania per scoprire un angolo dimenticato dell’Italia. Sì, perchè chi decide di mettersi in viaggio verso il paese delle aquile non può ignorare la storia che ha legato e lega ancora i due Paesi. Un gemellaggio sottile ma forte che si comprende solo macinando chilometri da Tirana a Berat, puntando dritto verso la riviera meridionale con Himare, Ksamil, Girocastro, Korce fino a Vlora (Valona) dove tra mare cristallino, bunker socialisti e montanari dal cuor d’oro il turismo ha trovato una nuova frontiera low cost. Del resto l’Albania è un paese ancora tutto da scoprire, ben lontano dal classico turismo di massa che affolla i villaggi delle mete più classiche del mare nostrum. Anche se la parte più dura da scardinare è il pregiudizio di chi ricorda il paese solo per i gommoni e non capisce che, di fatto, è l’altra meravigliosa sponda della riviera pugliese e greca. Certo, l’Albania ne dovrà fare ancora di strada per guadagnarsi un posto nell’olimpo delle mete estive europee, ma il primo passo è stato fatto. Lo hanno capito a Bruxelles dove hanno finanziato con un milione e mezzo di euro la nuova passeggiata a mare di Valona (oltre due chilometri di porfido che si snoda tra centinaia di pini marittimi), con l’Italia capoprogetto. Peccato che l’autostrada finisca decine di chilometri prima della capitale del sud, con i cantieri congelati dal fallimento della società costruttrice che (manco a dirlo) è italiana. IL VIAGGIO La parte più dura è proprio il viaggio, con traghetti che ricordano “barconi ripuliti” e strade non sempre all’altezza. Con settecentoventicinque euro una famiglia di quattro persone come la mia, con moglie Carla, Ginevra e Beatrice a seguito, si paga l’attraversata da Brindisi a Valona con cabina esterna (consigliata). E proprio sul ponte il primo scorcio di Albania non è certo edificante quando si devono schivare sacchi a pelo e coperte stese a terra per affrontare l’attraversata notturna. Un appunto negativo che scema una volta a terra. Il soggiorno a Valona nell’Hotel quattro stelle New York della storica famiglia Aliaj (85 camere a piombo sul mare e chef italiano in cucina) è da record del risparmio: dieci giorni per settecento euro in alta stagione con una suite familiare che altrove sarebbe costatata un occhio della testa. Tutto bello, ma i prezzi? Per chi bada al portafogli l’Albania è un paradiso dove un piatto di linguine allo scoglio costa 500 lek (poco più di tre euro e mezzo al cambio ufficiale) e un lettino più ombrellone lo paghi da un minimo di 150 a un massimo di 250 lek. Per non rimanere isolati dal mondo, visto che nessuna delle compagnie telefoniche europee prevede convenzioni con quelle albanesi, conviene acquistare una sim albanese e farsi attivare l’offerta mensile da 5GB internet più 60 minuti di chiamate con l’Italia(2100 lek, 15 euro). Insomma: posti bellissimi, estrema vicinanza all’Italia, notevole economicità di costi e spese. La nuova frontiera del turismo (soprattutto familiare) passerà inevitabilmente dal sud dell’Albania. Il litorale si estende per 363 chilometri e quasi tutte le spiagge sono libere. Nei dintorni di Vlora si incontrano spiagge molto suggestive come quella di Paradise Beach, perfetta per i bambini, o come quella di Orikum, dalle acque limpide e cristalline. Il vicino monte Llogara, che scollina a mille e ventisette metri, offre invece la possibilità di escursioni fino alla sua sommità, da cui si scorge un panorama stupendo. Le acque blu, punto d’incontro tra Adriatico e Jonio, e le isole greche settentrionali, le Diapondie, sono lo sfondo di questa incantevole cartolina naturale. Tutto il litorale meridionale si affaccia sullo Jonio e presenta spiagge per tutti i gusti. Quella di Dhermi è selvaggia ed incontaminata e consente di raggiungere, via mare, la suggestiva Grotta dei pirati. Drimadhes è invece un’ampia baia di sabbia bianca, circondata da una fitta vegetazione. Più raccolta è la spiaggia di Palase, da vivere in tranquillità e libertà. Paradisi terresti ancora oggi vigilati da centinaia di bunker abbandonati con cui il dittatore Enver Hoxha pensava di proteggere il suo Paese da una invasione che alla fine non c’è mai stata. E oggi che l’invasione è quella pacifica di italiani, tedeschi e francesi, gli albanesi hanno scoperto che hanno tutto per poter vivere senza scappare dalla loro patria. Del resto l’epoca del comunismo agricolo è passata e il “giardino d’Italia” guarda con felice memoria ai tempi del ventennio quando di Roma era colonia. Vicino a Dhermi i militari hanno lasciato libero uno dei luoghi simbolo della costa, la spiaggia incontaminata di Gipe che si apre ai piedi di un canjon naturale. Tutto gratis, naturalmente, con l’unico obolo da pagare è quello al parcheggio in cima alla scogliera di terra rossa (100 lek) assieme alla fatica di percorrere almeno 30 minuti di strada sterrata prima di approdare in spiaggia. AL RISTORANTE Giù, tra capanne costruite alla buona, Elvis (che la madre segretaria del regime di Valona ha chiamato come il cantante ignorando il diktat dell’isolamento imposto dai rossi) accoglie e dirige il ristorante sotto la felce. Con 11 mila lek (poco meno di 50 euro) si mangia in sette a base di orate appena pescate, pollo alla griglia, verdure e birra a fiumi. Non solo. Tutta la strada, la SH8, merita il viaggio. Da Dhërmi fino a Saranda al confine con Grecia è un susseguirsi di blu intenso e sapori pieni (la cipolla è la base di ogni piatto) che accompagnano in lontananza il profilo arcigno di Corfù. Porto Palermo è irrinunciabile con la sua fortezza costruita da Alì Pasha e il piccolo porto in disuso che veniva usato dai sovietici per nascondere i sottomarini di stanza nell’Adriatico. Più a Sud, le montagne sono più irte e le spiagge strette tra spuntoni di roccia e ghiaia fono a Saranda, la Montecarlo di Albania con grandi ed eccessivi albergoni che si affacciano sul mare, spiagge zeppe di ombrelloni e locali modello Ibiza che nascondono gli scavi archeologici di Butrinto (un grande teatro romano e una basilica paleocristiana). Così, sfidando i pregiudizi, il paese delle aquile è pronto a spiccare il volo. di Giuseppe Spatola Valona (Albania)