Esteri

Siria, via libera a ispettori Onu Stati Uniti: "Ormai è troppo tardi"

Teheran, 25 ago. - (Adnkronos/Ign) - Il governo di Damasco annuncia che consentirà agli ispettori Onu di visitare l'area, dove sarebbe avvenuto il presunto attacco chimico denunciato dai ribelli. L'agenzia di Stato siriana Sana, citando un funzionario del ministero degli Esteri, ha riferito che il governo di Damasco ha raggiunto un accordo con Angela Kane, l'Alto rappresentante Onu per il disarmo, che si trova attualmente nella capitale siriana. L'ispezione Onu nelle aree per le quali è stato raggiunto l'accordo, avverrà in "coordinamento con il governo siriano", ha aggiunto il funzionario. Il team di esperti Onu incaricato di investigare sul presunto uso di armi chimiche in Siria inizierà lunedì le ispezioni nella zona di Ghouta, teatro del presunto attacco. Lo hanno annunciato le Nazioni Unite. La Russia accoglie con favore la decisione di Damasco di consentire agli ispettori dell'Onu di verificare il presunto uso di armi chimiche, ma mette in guardia l'Occidente dai rischi di un intervento armato. "Chiediamo con forza a coloro che, tentando di imporre le proprie conclusioni agli ispettori dell'Onu fanno aumentare la possibilità di un intervento militare in Siria, di usare il buon senso e di astenersi dal commettere un tragico errore", ha affermato in una nota il ministero degli Esteri russo secondo quanto riporta la Bbc. Gli Stati Uniti però sono molto scettici. "Se il governo siriano non aveva nulla da nascondere e voleva dimostrare al mondo di non avere fato uso di armi chimiche in questa circostanza, avrebbe dovuto far cessare gli attacchi nella zona e consentire un accesso immediato dell'Onu cinque giorni fa", ha affermato un alto funzionario ell'Amministrazione Usa citato dal Wall Street Journal. A questo punto, ha aggiunto il funzionario, l'offerta giunge "troppo tardi per essere credibile" anche perché "le prove disponibili sono state inquinate in maniera significativa a seguito dei continui bombardamenti del regime e di altre azioni intenzionali avvenute negli ultimi cinque giorni". Usa e Regno Unito minacciano dunque una "risposta dura" se verrà confermato l'uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco. Il presidente Barack Obama e il premier britannico David Cameron hanno avuto un colloquio telefonico di 40 minuti. Una nota di Downing Street afferma che i due leader sono "seriamente preoccupati" dai crescenti segnali che indicherebbero l'uso di armi chimiche da parte delle forze fedeli al presidente Bashar Al Assad. Prima del colloquio con Cameron, Obama aveva convocato alla Casa Bianca un vertice del Consiglio per la sicurezza nazionale per discutere della crisi siriana. Il segretario alla Difesa Usa Chuck Hagel, parlando da Kuala Lumpur, ha affermato che le forze armate statunitensi sono pronte all'azione e il presidente Obama ha ordinato al Pentagono di "preparare opzioni per ogni circostanza". Le forze Usa, ha aggiunto, "sono pronte a esercitare qualsiasi opzione, nel caso venga deciso di farvi ricorso". Ma dall'Iran, principale alleato del regime di Damasco, arriva un duro monito agli Stati Uniti, messi in guardia dai rischi che comporterebbe l'attraversamento della "linea rossa" in Siria. Il superamento della linea rossa avrebbe "gravi conseguenze", ha detto il generale Masoud Jazayeri, membro dei vertici militari iraniani, parlando con l'agenzia Fars. Il monito di Jazayeri è una risposta alle recenti dichiarazioni dei vertici militari Usa su un possibile intervento armato in Siria dopo le accuse al regime di Damasco riguardo al presunto uso di armi chimiche nel conflitto con i ribelli. La Francia conferma la linea dura contro Damasco. Il presidente francese Francois Hollande accusa il regime siriano per la responsabilità del presunto attacco con armi chimiche avvenuto nei pressi di Damasco. Parigi, ha detto Hollande, non lascerà che l'attacco "resti impunito". Per il presidente francese c'è una "gamma di prove" che indicano si sia trattato di un attacco con armi chimiche e "tutto lascia ritenere che ne sia responsabile il regime siriano". Sul fronte della cronaca il governatore di Hama, nella Siria centrale, Anas al-Naem, è rimasto ucciso a seguito dell'esplosione di un'autobomba. Lo riferiscono i media di stato siriani.