La più grande violazione della privacy della storia
Usa, lo scandalo intercettazioni rischia di travolgere Obama: spiati email, telefonate, chat, video di milioni di persone
Telefonate, contatti informatici, social network, email e carte di credito. Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, Skype, Youtube e Apple. Il primo elenco riguarda la natura dei dati intercettati dalla la National Security Agency e dall'Fbi con l'avallo di Barack Obama, che ha intensificato un programma segreto, denominato Prism, lanciato dall'allora presidente Usa George Bush. Il secondo, invece, è l'elenco dei colossi del web, ai cui dati la NSA avrebbe avuto accesso. Le vittime, ovviamente, sono milioni di americani. La vicenda - Le rivelazioni dei media americani sta scatenando un putiferio in tutto il mondo. In pratica, la NSA tramite l'accesso ai server dei colossi della tecnologia e della telefonia ad un'impressionante mole di dati riguardo usi e abitudini di milioni di americani. Le comapagnie hanno già smentito qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, dichiarandosi vittime del complesso e terrificante meccanismo di spionaggio messo a punto dall'amministrazione Obama. Lo scandalo è di portata internazionale: pare infatti che anche l'agenzia per la sicurezza elettronica britannica, la Gchq, ha avuto accesso segreto dal giugno 2010 ai dati del programma di sorveglianza americano Prism. Tutti i dati 'tracciati' - Contatti, foto, email, pagamenti on line, chat: tutto veniva tracciato al fine, ammette l'amministrazione Obama, di individuare i terroristi. Un alto esponente dell'amministrazione, dietro garanzia dell'anonimato, ha provato a metterci una pezza, assicurando che il programma Prism riguarda esclusivamente cittadini non americani non residenti negli Usa e che l'intera operazione è la "più importante mole di dati d'intelligence mai accumulati, usati per proteggere la Nazione da molteplici minacce". Media Usa scatenati - Rassicurazioni che però non bastano alla stampa Usa, nemmeno a quella parte che pure ha sostenuto vivacemente la rielezione di Obama: il New York Times, senza giri di parole, parla di "perdita di credibilità" di Obama, mentre il sito d'informazione Huffington titola, con sarcasmo amaro, "George W. Obama". Una vicenda, questa, che rischia di travolgere Obama, che però gode della protezione del Congresso, repubblicani compresi. Le risposte di Obama - Lo stesso Obama ha indetto per oggi una conferenza stampa spiegando che il tutto è stato un equivoco. Spiega infatti Obama: "Nesssuno sta ascoltando le vostre telefonate. Il programma non farà questo. Quello che fa il programma fa è catagolare la durata delle telefonate, non il contenuto.Trova e cerca sospettati di terrorismo". Poi ribadisce: "Voglio essere chiaro: nessuno sta scoltando le vostre telefonate. Sul programma vigila non solo il congresso, ma una corte speciale, tutto è conforme alla Costituzione. Se qualcuno volesse procedere all'ascolto delle telefonate ha bisogno dell'autorizzazione del giudice federale". Riguardo poi la traccibilità dei dati sul web, Obama precisa: "Parlando di internet e posta elettronica, il programma non riguarda cittadini degli Stati Uniti. Il programma è trasparente ed è autorizzato dal Congresso".