Orrore a Cleveland
Botte, gravidanze, aborti Ecco la terribile prigioniadelle ragazze sequestrate
Segregazione, aborti, botte, violenza. Emergono piano piano gli inquietanti dettagli del sequestro delle tre ragazze sparite una decina d’anni fa a Cleveland, in Ohio. L’Fbi ha concluso i primi interrogatori delle giovani e della la figlia di una di loro e prevede di interrogare già oggi i tre fratelli sospettati di averle tenute segregate nella casa. Uno specialista per abusi infantili ha incontrato Amanda Berry, sparita nel 2003, e la sua bimba di 6 anni, concepita durante la prigionia, oltre a Georgina Gina DeJesus, sparita nel 2004 e Michelle Knight, di cui si persero le tracce nel 2002. Il proprietario della casa, Ariel Castro (52 anni), e i suoi fratelli, Pedro (54) e Oneil (50) saranno interrogati probabilmente da un’equipe congiunta della polizia locale e da agenti dell’Fbi. Le autorità hanno perquisito la casa degli orrori, con l'aiuto di un cane specializzato nella ricerca di cadaveri; gli inquirenti hanno esaminato con attenzione anche il giardino posteriore della casa, dove sono state trovate tracce di "terra rimossa". Secondo l’emittente locale Newsnet5, nella casa di Seymour Avenue ci furono "diverse gravidanze" e almeno una delle ragazze subì due o tre aborti e perché era malnutrita. Secondo un’altra fonte, nell’abitazione di Ariel Castro (l'unico dei fratelli ad abitarvi; gli altri due, Pedro e Onei, risiedevano altrove) nacquero almeno 5 bambini (non è chiaro se nel computo sia compresa la bimba di 6 anni, figlia di Amanda). Una delle fonti ha raccontato all’emittente Wkyc Tv che gli aguzzini picchiavano le ragazze incinte e per questo le gravidanze si interruppero. Non è chiaro cosa accadde dopo. Durante la perquisizione, gli inquirenti si sono concentrati su qualcosa di "inquietante" ritrovato nel giardino; la fonte non ha saputo dire se il ritrovamento abbia a che fare con le gravidanze. guarda il video con la drammatica richiesta d'aiuto di Amanda Berry su Libero Tv Intanto crescono gli interrogativi sulla gestione del caso da parte della polizia locale: si è saputo infatti che gli agenti arrivarono in due occasioni fino all’abitazione ma non si accorsero di nulla. Una prima volta gli agenti furono chiamati proprio da Ariel Castro per una lite in strada. Qualche anno più tardi, nel 2004, gli agenti federali tornarono nuovamente a bussare alla porta di Castro (che ha lavorato come autista di scuolabus a Cleveland fino allo scorso anno): erano gli uomini del Child Protective Services, in sostanza i servizi sociali, che volevano interrogare Castro per aver inavvertitamente lasciato un bambino sul pullmino, al termine del suo giro. Ma non lo trovarono in casa, non tornarono mai più e l’episodio fu archiviato. Secondo i media americani, le ragazze venivano tenute segregate probabilmente in camere diverse e legate con catene e legacci, forse in momenti diversi l’una dall’altra. Sta bene la piccola di 6 anni. La bimba, che si chiama Jocelyn, "sta alla grande, sembra felice, in salute e ha mangiato un ghiacciolo la scorsa notte", ha raccontato il vice capo della polizia di Cleveland, Ed Tomba. "Vedere la madre sorridere l’ha fatta sorridere". Secondo il portavoce dell’Fbi, Vichi Anderson, Jocelyn negli anni in cui era segregata è stata scolarizzata in casa dalla madre; un esame del Dna stabilirà a breve chi è suo padre.