Contro gli Ayatollah

L'avviso su Repubblica: "Renzi non faccia affari con l'Iran"

Matteo Legnani

Abusi contro i diritti umani. Sostegno a Hezbollah, Hamas e ribelli Houthi). Violazioni di leggi e trattati internazionali. Corruzione. E poi rischi assicurativi, informatici, di reputazione, lavoratori a rischio. Sono questi i pericoli ai quali vanno incontro le aziende che decidano di investire in Iran dopo la sospensione delle sanzioni da parte della comunità internazionale. A metterle sul chi vive, lanciando al tempo stesso un appello al premier italiano Matteo Renzi, è "United against nuclear Iran", un a non profit nata nel 2008 e che vede tra i suoi fondatori l'ambasciatore Mark D. Wallace, l'ex ambasciatore Richard Holbrooke, l'ex direttore della Cia Jim Woolsey e l'esperto di Medio oriente Dennis Ross. Lo fa con un annnuncio di una intera pagina comparso sul quotidiano La Repubblica oggi, nel giorno della visita di Matteo Renzi a Teheran. "E' accettabile il rischio Iran?" si chiede la UANI. "No, le vite dei lavoratori italiani e la reputazione delle aziende italiane non valgono il rischio che comporta fare affari con gli Ayatollah".