La scoperta
Trovato il testamento del kamikaze: l'ultimo desiderio prima della fine
"Non voglio ritrovarmi in una cella con Salah Abdeslam, è quanto ha scritto Ibrahim El Bakraoui, il kamikaze che si è fatto esplodere ieri alla metropolitana di Bruxelles, in un computer che era stato buttato nella spazzatura ed è stato ritrovato dalla polizia, secondo quanto ha riportato oggi il procuratore federale belga Frederic Van Leeuw. I responsabili dell’attentato perpetrato ieri mattina all’aeroporto di Bruxelles Zaventem hanno raggiunto lo scalo a bordo di un taxi. A riferirne all’agenzia di stampa Belga è stato il sindaco del comune dove sorge l’aeroporto, Francis Vermeiren: le immagini di videosorveglianza mostrano i tre insieme che spingono i carrelli con sopra le loro valigie, contenenti gli esplosivi, prima di separarsi nella hall delle partenze. Le stesse immagini mostrano uno dei sospetti abbandonare il suo carrello prima di darsi alla fuga. La testimonianza preziosa - A dare preziose informazioni agli inquirenti diverse ore dopo le esplosioni a Zaventem è stato il tassista che ha portato all’aeroporto almeno una parte del commando di terroristi. L’uomo ha soprattutto comunicato alle forze dell’ordine che il numero di bagagli trasportato dai clienti non corrispondeva agli ordigni esplosi. Questo ha immediatamente fatto scattare le ricerche nello scalo con il ritrovamento successivo di un ordigno non esploso poi neutralizzato dagli artificieri. L’uomo inoltre ha potuto fornire l’indirizzo di Scharbeek dove aveva prelevato i suoi passeggeri consentendo così le perquisizioni che hanno portato al ritrovamento di sostanze chimiche e di un ordigno esplosivo contenente chiodi. Non tutti i bagagli erano stati imbarcati dal tassista perché nell’auto non c’era più posto, si legge sul sito della Derniere Heure. Oltre al taxi l’inchiesta si focalizza su altri due veicoli che sarebbero stati usati dal commando, una Renault Clio e un’Audi nera S4.