La minaccia a due passi dall'Italia

Libia: l'Isis ha il sarin, il gas della morte

Matteo Legnani

Lo Stato islamico è entrato in possesso di gas sarin in Libia. Lo riferiscono «fonti informate» al quotidiano arabo «Asharq al Awsat». In particolare, i miliziani del sedicente «califfato» avrebbero trafugato composti chimici dal compound nell’area di Bab al Huriya, una delle porte della capitale Tripoli, per inviarli nella loro roccaforte di Sirte.  Lo scorso 15 dicembre il cugino del defunto colonnello libico Muhammar Gheddafi ed ex ufficiale d’intelligence, Ahmed Qaddaf Al Dam, aveva denunciato sempre dalle colonne di «Asharq al Awsat» che gruppi estremisti in Libia «hanno sequestrato grandi quantità di gas sarin». Secondo Qaddaf al Dam, il sarin era stoccato nel sud del paese ed era stato trasferito ad alcune città del nord, tra cui la capitale Tripoli. Anche nel febbraio del 2015 lo stesso quotidiano pan-arabo edito a Londra «Asharq al Awsat» aveva riferito che armi chimiche provenienti dall’arsenale del regime di Gheddafi sarebbero finite nelle mani di non meglio precisate «milizie islamiste». Il sarin è un gas nervino inodore e incolore classificato come arma chimica di distruzione di massa. Un’adeguata concentrazione di vapori è in grado di attraversare la pelle, rendendo non sufficiente l’uso di una maschera antigas. Il 20 marzo 1995, il sarin fu utilizzato per l’attacco terroristico alla metropolitana di Tokyo da parte della setta religiosa Aum Shinrikyo. Nell’agosto 2013 è stato utilizzato in un attacco con razzi ad un sobborgo di Damasco.