Verso la guerra

Erdogan, l'accusa infamante contro Putin: "Vi rivelo il suo osceno segreto". Escalation inarrestabile

Andrea Tempestini

Esclation senza fine. Le minacce piovono come missili. In attesa dei missili. Già, perché il vento di guerra che tira tra la Russia e la Turchia, di ora in ora, sale di intensità. All'origine sempre la vicenda dell'abbattimento del jet turco da parte della Turchia. Nei giorni scorsi, la Duma ha varato un pesantissimo piano di sanzioni economiche nei confronti di Ankara, il cui effetto è stimato in 6 miliardi di euro annui. Dunque, poco fa, Vladimir Putin ha affermato: "La Russia non dimentica". E così, in un discorso in diretta tv, ha minacciato rappresaglie militari nei confronti della Turchia. Ed è in questo contesto che arriva la risposta di Recep Tayyip Erdogan, il premier turco, che getta altre secchiate di benzina su un fuoco incontrollate. Il presidente ha affermato di avere le "prove" del coinvolgimento della Russia nel contrabbando di petrolio dell'Isis in Siria. "Abbiamo le prove, e presto le riveleremo al mondo", ha affermato Erdogan nel corso di un discorso ai sindacati ad Ankara. Il presidente turco ha citato il nome di George Haswani, uomo d'affari siriano, "titolare di un passaporto russo". Accuse pesantissime, che seguono quelle speculari mosse dalla Russia nei confronti della Turchia: anche Mosca ha puntato il dito contro Ankara, sostenendo proprio che traffichi petrolio con la Turchia. Ieri, mercoledì 2 dicembre, la Russia ha mostrato anche delle foto che proverebbero l'esistenza di tre corridoi attraverso i quali "Erdogan e la sua famiglia" farebbero affari con l'Isis.