Il commento

Terza guerra mondiale, il generale Arpino: "Messaggio di Mattarella choccante. Occorre chiarezza"

Giulio Bucchi

"Dobbiamo ricominciare a chiamare ogni cosa con il suo nome, altrimenti abbiamo già perso la prima battaglia", scrive il generale Mario Arpino in un articolo dal titolo inequivocabile, I tagliagole e gli struzzi, esprimendo perplessità sul discorso al Meeting di Rimini del presidente Mattarella. Perplessità che cogliamo anche noi, quando domandiamo al generale cosa... … si intende con "germi"?  "Dovrebbe essere scioccante sentir dire dal Capo dello Stato "...che il terrorismo sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medioriente ed in Africa i germi di una terza guerra mondiale...".  Allora, le ostilità con l'Isis sono aperte oppure no?  "È questo il punto: ciascuno, anche questa volta, ne interpreterà il significato a seconda della lente deformante delle proprie convinzioni. Le riflessioni e le domande che il messaggio induce sono molte e di molteplice natura. Ad esempio, se per il nostro presidente si tratta di semi di guerra, il Santo Padre tempo addietro non aveva esitato ad affermare che lo scenario globale, con episodi di terrorismo sempre più frequenti ovunque, ci indica che la terza guerra mondiale è già scoppiata da un pezzo".  Traffico di esseri umani, infiltrazioni jihadiste in Europa, M.O. diviso e in fiamme: "germi" che appaiono piuttosto chiari, o no?  "Ciò a cui il presidente fa riferimento si propaga con scarsa continuità territoriale, a macchia di leopardo, pertanto non è ancora percepito come una minaccia. Nemmeno la nostra ineffabile presidente della Camera sembra accorgersene, quando si lancia nelle sue intemerate (certo lo fa a fin di bene e con convinzione) che tuttavia si limitano a cogliere solo l'aspetto umanitario, politicamente correttissimo, di tutta la questione. Insomma, siamo già in guerra o non lo siamo ancora?". Il tenore del messaggio al Meeting è forse eccessivamente diplomatico ed ottimista?  "Vede, penso che dovremmo abbandonare la moda di mistificare il significato delle parole e ricominciare a chiamare ogni cosa con il suo nome. E così, certamente non per colpa del mittente, anche alcuni dei passaggi, dopo la chiarezza del primo, rischiano di trasformarsi in ambigui. A chi si rivolge Mattarella con: ... (la) fermezza con cui combatteremo i trafficanti di esseri umani. All'Onu, alla Ue, alla Nato, all'Unione Africana, alla Lega Araba o a Renzi e Pinotti? Finora, dopo tante chiacchiere ed impegni anche recenti, nessuno si sta muovendo. E il passaggio sulla corruzione? Parla a chi potrebbe, ma non vuole fare. Perché si rende conto che non è certo questo il modo migliore con il quale ...mostreremo al mondo la qualità della nostra vita democratica". di Marco Petrelli  @marco_petrelli