Minaccia islamica

Isis, il ministro libico: "Sfruttano i barconi, presto in Italia"

Leonardo Grilli

La possibilità che l’Isis sfrutti i barconi di profughi per sbarcare sulle nostre coste sta per diventare realtà. Lo ha dichiarato all’Ansa il ministro dell'Informazione del governo libico di Tobruk, quello riconosciuto internazionalmente, Omar al Gawari. "Nelle prossime settimane – ha annunciato - l'Italia sperimenterà l'arrivo non solo di poveri emigranti dall'Africa ma anche di barconi che trasportano Daesh (Isis ndr.)". il gruppo terroristico sfrutterebbe l’appoggio delle milizie filo-islamiche al potere a Tripoli e nella parte ovest della Libia per colpire "Malta e l'Italia, che saranno interessate da operazioni attraverso i porti che sono dominati da Fajr Libya". Al Gawari non ha però voluto rivelare altre informazioni, dichiarando laconico che “l'esercito e i responsabili libici hanno informazioni in proposito". Le richieste libiche – La minaccia terroristica è stata poi cavalcata dal ministro africano per avanzare richieste alla comunità internazionale: “Le Forze armate libiche devono essere ben equipaggiate per far fronte all'emigrazione clandestina: sia la Marina che protegge le coste, sia l'esercito che protegge le frontiere terrestri. I libici vogliono che sia levato l'embargo sulle armi e pagheranno col loro denaro per acquistare le armi necessarie per restaurare la pace e la sicurezza nel paese. Non abbiamo bisogno di aerei". Pressione sull’Italia - Al Gawari ha anche spinto l’Italia a smarcarsi dall’influenza degli Stati Uniti, appoggiando concretamente Tobruk con una politica diplomatica autonoma. Il rischio, forse più pericoloso di quello islamico, è quello di perdere contratti petroliferi in favore di compagnie russe e cinesi. “La politica estera italiana finora è stata debole e quindi l'Italia non deve sorprendersi se si vedrà marginalizzata in Libia e rimpiazzata dai russi e dalle loro compagnie che vengono per estrarre il petrolio”.