La trattativa difficile

Ucraina, telefonata tra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande. Proposta di pace, gelo da Mosca

Giulio Bucchi

Le speranze di pace in Ucraina, e nel cuore dell'Europa, scorrono sul filo del telefono. Dalla "esaustiva" conference call tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e i due leader parti in causa, l'ucraino Petro Poroshenko e  il russo Vladimir Putin, esce per ora solo la promessa di un nuovo vertice a Minsk, mercoledì prossimo, per discutere del cessate il fuoco. Ma è lo stesso Putin a frenare, sottolineando che sarà nella capitale bielorussa "solo a certe condizioni". D'altronde, il ministro degli Esteri di Mosca Serghiei Lavrov aveva minacciato gli Stati Uniti e la Nato, pronti a fornire armi all'esercito ucraino per opporsi ai separatisti filo-russi nell'Est del Paese, a loro volta appoggiati dall'esercito russo. Lavrvo aveva paventato "conseguenze imprevedibili". Profezia Monti: "Presto una guerra in Europa" Mogherini: "Soluzioni solo diplomatiche" - Se la Casa Bianco e la Nato sono in attesa, e Berlino e Parigi si prodigano per trovare una soluzione alla crisi politica e militare che va avanti dall'estate 2014, quando la Russia si è "ripresa" la Crimea puntando poi all'Est dell'Ucraina, fa rumore il sostanziale silenzio dell'Unione europea. L'alto rappresentante per gli Affari esteri, la nostra Federica Mogherini, non sta partecipando alle trattative ma si limita a queste dichiarazioni: "Non esiste alternativa alla soluzione diplomatica". "Non accetteremo compromessi sulle regole internazionali e sui principi", ha detto l'ex ministra degli Esteri italiana, secondo cui l'Ue si è sempre relazionata in termini di "partnership, prosperità e sicurezza" nei confronti di Ucraina e Russia. In questo scenario tragico per gli ucraini e potenzialmente devastante per l'Europa, è l'Inghilterra a vestire i panni del falco, con il ministro degli Esteri Philipp Hammond che ha alzato la voce: "Putin nei confronti dell'Ucraina si comporta come un tiranno della metà del ventesimo secolo. La Russia deve abbandonare la Crimea e cominciare a rispettare le leggi internazionali".