Quello che non torna
Isis, tutte le incongruenze sul video del pilota giordano arso vivo
Dopo l'assassinio dell'ostaggio giapponese Kenji Goto e del pilota giordano Muadh al Kassasbe, il cui video in cui viene bruciato vivo ha inorridito il mondo, sono state notate alcune stranezze, alcune incongruenze proprio relative alla clip dell'orrore diffusa dai tagliagole. Abu Ibrahim Raqqawi, un attivista che segue gli eventi a Raqqa, la città siriana "capitale" dell’Isis, ha messo in evidenza sul web alcuni aspetti sulla morte del pilota mostrata nella clip "hollywoodiana" diffusa dallo Stato islamico. Foto - Alcuni giorni fa, infatti, era apparsa l'immagine dell'ostaggio giapponese che teneva in mano la foto del giordano. Se si osserva attentamente l'immagine si può notare che l'uomo sembra essere all'interno di una gabbia, che potrebbe essere la stessa in cui poi è stato arso vivo. La barba dal pilota giordano, inoltre, è più lunga rispetto a quella che aveva nel filmato diffuso dai jihadisti: potrebbe dunque trattarsi di un ritocco digitale. Forse l'Isis ha tenuto il giordano per settimane in una gabbia? La possibilità, comunque, pare remota: perché allora i terroristi non hanno scelto di utilizzare un'altra foto? Data - La sbarra che compare nella foto in cui si mostra il pilota poco prima di essere ucciso, sotto non c'è. Il tutto sembra suggerire l'ipotesi che l'uomo sia stato bruciato vivo nei primi giorni di gennaio, per la precisione il 3 gennaio, come è stato suggerito. Raqqawi infatti ha ricordato un messaggio Twitter risalente all'8 gennaio in cui veniva confermata la morte del pilota. Infine le divise indossate dai jihadisti ricordano quelle americane: l'Isis di solito le sfoggia nei video di propaganda. Secondo gli esperti potrebbero averle comprate sul mercato nero.