Il caso

Ebola, la petizione mondiale che chiede al G20 più impegno (e più soldi) contro il virus

Andrea Tempestini

E' pronta una petizione mondiale che chiederà al vertice del G20 di Brisbane maggiore impegno contro la diffusione del virus dell'ebola. In Africa la situazione è infatti ancora gravissima: aumentano i prezzi dei beni di prima necessità, cresce la povertà e mancano strutture adeguate per fronteggiare l'epidemia. Ogni governo dovrebbe fare la sua parte, ma dai dati sugli aiuti in milioni di dollari forniti dalla Banca Mondiale, solo alcuni paesi danno un aiuto adeguato, mentre addirittura 9 Stati del G20 non fanno abbastanza. Gli Stati in difetto - Nonostante tutti gli annunci, 9 stati membri del G20, che sono tra le maggiori economie mondiali, non hanno ancora dato un “giusto contributo” in termini di fondi e supporto medico alle popolazioni colpite da Ebola: non nella misura che ci si aspetterebbe da paesi di questa estensione e ricchezza. Argentina, Indonesia, Arabia Saudita e Turchia - non hanno ancora predisposto alcun aiuto per una vera risposta internazionale. Brasile, India, Messico e Russia potrebbero invece fare molto di più; la Francia dovrebbe aumentare i suoi sforzi per fornire un’adeguata risposta in Guinea, trasformando le promesse in aiuti e fatti concreti. L'Italia - L’Italia nelle settimane scorse ha annunciato un contributo di 50 milioni di dollari in risposta all’appello dell’Onu. Si tratta di un impegno generoso, già confermato con uno stanziamento iniziale di circa 6 milioni di dollari, ma che deve essere ancora mantenuto completamente nei fatti. “Lo spazio per tenere la diffusione dell’Ebola sotto controllo si fa sempre più stretto. – ha detto Winnie Byanyima direttrice generale di Oxfam, ong impegnata nell'aiuto dei paesi più poveri - Il G20 ha l’opportunità di fornire una leadership sicura e le risorse di cui c’è assoluto bisogno. E’ inaccettabile che qualcuno si nasconda dietro la generosità di altri: dobbiamo fermare immediatamente l’emergenza e assicurare una ripresa di lungo periodo nella regione”. In Sierra Leone, Liberia e Guinea le comunità locali, i medici nazionali e internazionali, i cooperanti e i militari stanno lottando contro il tempo per combattere l’Ebola. Ma i bisogni rimangono enormi ed è necessario fare molto altro ancora.