Il premio di GQ

Blair proclamato "filantropo dell'anno". Proteste e ironie in Gran Bretagna

Nicoletta Orlandi Posti

Ha scatenato ironie e polemiche in Gran Bretagna la decisione della rivista GQ di insignire Tony Blair del premio «filantropo dell’anno». Fra le motivazioni, l’aver avviato tre associazioni di beneficenza, ma la scelta non è andata giù a una parte della stampa britannica che non perdona all’ex premier britannico la decisione di invadere l’Iraq e le consulenze d’oro degli ultimi anni. Le prime proteste sono arrivate dai parlamentari, anche dello stesso partito del 61enne ideatore del New Labour. Il deputato laburista John Mann ha sottolineato come questo premio «dia un’immagine sbagliata», in quando sarebbe dovuto andare «a qualcuno veramente impegnato». Il deputato conservatore Charlie Elphicke ha ricordato come, in passato, Blair sia stato consulente di governi, nel resto del mondo, dall’operato spesso «assai criticabile». L’ex leader laburista, ora pagatissimo oratore a convegni e conferenze, sull’esempio di quanto fatto da Bill Clinton negli Usa, non ha replicato alle critiche, ma GQ ha comunque difeso la scelta. La premiazione, che si è tenuto alla Royal Opera House di Covent Garden la scorsa notte, ha visto la partecipazione di numerose celebrità, come Pippa Middleton, sorella di Kate, la modella Cara Delevingne e l’attore Johnny Depp.