Che fine hanno fatto le statue elettorali?
Giallo in Austria: rapiti 400 comunisti. Tutti nani
Un rapimento di massa che resta avvolto nel mistero. Un Paese intero che aspetta con il fiato sospeso. Le autorità che brancolano nel buio. Il demone del sospetto che si insinua. L’ombra di inconfessabili manovre politiche che striscia. È un vero e proprio psicodramma nazionale quello che da due giorni a questa parte sta scuotendo lo Stato federale austriaco del Vorarlberg ed il Paese tutto. E, data l’entità dell’avvenimento, non potrebbe essere altrimenti: sono spariti quattrocento nani da giardino del Partito socialista, e nessuno ha idea di quale possa essere stata la loro sorte. Trattavasi di trovata propagandistica escogitata dalla Spö in vista delle imminenti elezioni provinciali. Quattrocento gnomi da giardino (dal sembiante moderno, tuttavia: nessuna concessione a certa estetica tardo-disneyana ed anzi via libera ad un look jeans, maglietta e occhiali da sole assai al passo coi tempi) disseminati ai quattro angoli dellecittà di Rankweil e Bregenz a mo’ di nano-sandwich per invogliare l’elettorato a buttarsi a sinistra. I capoccia socialisti - semplice prudenza o una oscura preveggenza della catastrofe incombente? - si erano pure premurati. I quattrocento agit-prop in gesso e cappello a punta non erano infatti stati installati a livello del terreno (un invito a nozze per i vandali) ma affissi a debita altezza su lampioni e pali della luce. Risultato un po’ macabro ma, si pensava, a prova di malintenzionato. E invece quello di lunedì mattina è stato il più amaro dei risvegli. Dei quattrocento nani dislocati, non uno ha superato indenne il weekend. Tutti spariti nel nulla senza lasciare traccia. La scomparsa è stata immediatamente denunciata alle autorità competenti, che hanno tosto attivato le indagini. Gli sforzi della polizia, però, si sono rivelati vani: dopo due giorni di indagini a tappeto si è ancora al punto di partenza, e sul destino dei quattrocento gnomi è sempre buio pesto. E, come accade ogni volta che la domanda di giustizia della cittadinanza non trova risposte nello Stato, la tentazione di fare da sé inizia a prevalere. E il verdetto della vox populi è già arrivato: a far sparire i nani socialisti sono stati, con spregiudicata quanto efferata rappresaglia, i rivali del partito conservatore Oevp. Nonostante gli accusati smentiscano recisamente di avere alcunché a che vedere con l’incresciosa vicenda, emergono indizi che suffragano la pista della pulizia etnica pre-elettorale. Su tutti, il curioso fatto che su molti dei lampioni su cui erano stati installati i nani siano comparsi (e pure alla stessa altezza dei precedenti occupanti, viene fatto notare) manifesti proprio del partito in questione. Il segretario locale della Spö Reinhold Einwallner attacca a testa bassa. «Sarebbe un colossale scandalo se risultasse che i nani sono stati rubati dai nostri avversari», ha detto alla Bbc. Oltre alla beffa, per i socialisti c’è un danno non indifferente: per accaparrarsi i quattrocento gnomi elettorali, il partito aveva sborsato la bellezza di tremila euro, e non è che di fronte a una roba del genere si possa rimanere inerti. «Capirei se qualcuno dei nostri sostenitori si fosse voluto portare a casa un nano per tenerselo in giardino», ragiona sconsolato Einwallner, «ma il partito non può starsene lì con le mani in mano dopo che materiale della nostra campagna elettorale è sparito nel nulla. Offro mille euro di ricompensa a chi li trova». Anche perché questo rischia di essere soltanto l’inizio dell’incubo. Le elezioni sono il 21 settembre e la Spö, in previsione del rush finale della campagna elettorale, ha già ordinato altri ventimila gnomi da dispiegare a ridosso dell’apertura delle urne. Ventimila gnomi socialisti che potrebbero finire preda della stessa mano che ha già decimato l’avanguardia. Nessuno è al sicuro. di MARCO GORRA