Un passo in avanti

Gaza, Hamas apre alla tregua proposta da John Kerry

Andrea Tempestini

Dopo 808 morti palestinesi e 34 israeliani (questo l'ultimo e parziale bilancio) uno spiraglio per una tregua nella Striscia di Gaza. Fonti palestinesi hanno riferito al quotidiano al-Hayat che Hamas, in linea di principio, ha acconsentito al cessate il fuoco umanitario proposto da John Kerry, segretario di Stato americano. Si tratta di una tregua di cinque giorni a partire da sabato notte. Secondo il quotidiano, però, Hamas avrebbe chiesto altre garanzie: il rilascio dei prigionieri palestinesi e l'allargamento dell'area di pesca davanti alle coste di Gaza. Il governo israeliano discuterà il piano di Kerry nel pomeriggio di oggi, venerdì 25 luglio. Se si trovasse l'accordo per una tregua, i negoziati per un'intesa permanente proseguirebbero in Egitto, al Cairo. Le precedenti chiusure - Si tratta di una piccola svolta, soprattutto se confrontata con le posizioni radicali sposate da Hamas soltanto mercoledì sera, quando il movimento islamista tuonò: "Niente cessate il fuoco se l'esercito israeliano non lascia la Striscia e toglie il blocco". Giovedì la netta chiusura di Tel Aviv: "Difficile una tregua nei prossimi giorni se la condizione è che le truppe si ritirino". Così il ministro della Scienza Yakoov Peri, ex capo della sicurezza, che ha aggiunto: "Posso dire con certezza che due o tre giorni non saranno sufficienti per distruggere tutti i tunnel" utilizzati da Hamas per infiltrarsi clandestinamente in Israele. Il blitz all'alba - Nella notte tra giovedì e venerdì le forze armate di Tel Aviv hanno colpito altri 25 obiettivi nella Striscia di Gaza: lo ha confermato un militare dell'Idf (l'esercito israeliano, ndr) citato dal sito internet del giornale Haaretz. L'ufficiale ha spiegato: "Le forze speciali affermano di avere il pieno controllo dell'area e, dopo alcune notti di combattimenti, i terroristi stanno consegnando le armi. Dopo essere stati nascosti sotto terra per alcuni giorni, stanno uscendo dai tunnel e si stanno arrendendo, mentre nelle case stiamo trovando numerose armi". Inoltre è stata diffusa la notizia dell'uccisione di uno dei leader della jihad islamica in un raid condotto nelle prime ore della giornata a Rafah, sul confine con l'Egitto. Le forze di Difesa di Tel Aviv hanno spiegato che l'operazione è stata condotta insieme ai servizi dello Shin Bet, e che all'alba è stata fatta irruzione in casa di Salah Abu Hasnin, portavoce e membro del consiglio militare della Jihad Islamica, che è stato eliminato.