L'escalation
Crimea, occupata la base della marina ucraina: gli Stati Uniti valutano la rotazione delle proprie truppe sul Mar Nero
I venti di guerra potrebbero ora effettivamente accendere i bracieri ardenti sotto il terreno dell'Ucraina. La vicenda è ormai in crescendo. L'incontro che era in programma mercoledì 19 marzo tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, è stato annullato e, nel frattempo, il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden valutava la rotazione delle proprie truppe nella regione baltica, per esercitazioni e addestramenti. Ma l'escalation non è affidata solo alle parole e alla sanzioni, ma anche i fatti. Ieri un militare ucraino è rimasto ucciso durante un attacco delle milizie russe a Simferopoli. A seguito dell'attacco, i militari ucraini in Crimea sono stati autorizzati ad utilizzare le armi. Nella mattina di oggi invece, alcune centinaia di manifestanti filo russi hanno fatto irruzione nella sede dello stato maggiore della marina militare ucraina a Sebastopoli e ammainato la bandiera ucraina issando la bandiera russa e quella di Sant’ Andrea. Una decina di militari ucraini, disarmati e in abiti civili, hanno poi lasciato il quartier generale della marina ucraina, lasciandolo sotto il controllo di forze filo-russe. Attacco alla base militare ucraina - Nel frattempo alcuni soldati russi hanno assalito una base militare ucraina nell'ovest della Crimea. A rivelarlo è stato il portavoce del ministero della Difesa di Kiev, Vladislav Seleznev. I militari russi avrebbero sfondato con un trattore il cancello della base della Marina militare ucraina a Novoozerne, ma si sarebbero poi fermati trovandosi di fronte militari ucraini armati. Le azioni degli ultimi giorni, ma sopratutto delle ultime ore, rispecchiano perfettamente le parole espresse questa mattina dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in un'intervista alla Bbc. "Per Mosca esiste il pericolo di spargimenti di sangue nelle regioni filo-russe dell'est dell'Ucraina, se le autorità di Kiev non faranno attenzione". Poi ha tirato fuori il pretesto per ulteriori movimenti delle truppe russe in Ucraina: "Se il governo dell'Ucraina non farà attenzione alla terribile situazione delle regioni orientali, questo può avere conseguenze molto, molto brutte e non potremo esimerci dal proteggere i russi in caso di necessità". Gli Usa muovo le truppe - Gli Stati Uniti intanto, iniziano ad alzare la voce. Ieri Hilary Clinton ha affermato che il rischio è che la Russia potrebbe adottare il pretesto della logica dell'autodeterminazione dei popoli anche per altre zone, non solo dell'Ucraina. Secondo l'ex first lady, Putin "vuole ridisegnare le frontiere dell'Europa orientale" e, al di là di Donetsk e Odessa, zone russofone dell'Ucraina, potrebbe ampliare i suoi orizzonti anche ad altre regioni dell'Estonia, della Lituania e della Lettonia. Il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a Varsavia dopo aver incontrato il presidente estone Toomas Hendrik Ilves, ha affermato che gli Stati Uniti starebbero valutando nella regione baltica, per esercitazioni e addestramenti, sia navali che di terra, allo scopo di assicurare la protezione degli alleati Nato da aggressioni russe. Il tutto avviene nonostante le potenze occidentali proseguono sulla via del dialogo, ribadita ieri da Barack Obama e dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel. La reazione di Mosca a Van Rompuy - Sul piano diplomatico le tensioni continuano. Dopo la cancellazione della visita di Van Rompuy la Russia ha reagito furiosamente, ma allo stesso tempo ha saputo mantenere la linea ironica utilizzata da Putin i giorni scorsi. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha affermato questa mattina che la mancata visita sta a significare che "l'Unione Europea non ha voluto sapere la verità sull'Ucraina". Poi afferma ironicamente: "Dopotutto, perché avrebbe dovuto venire a conosce la verità, se tutto è già deciso?". Poi il ministro continua con l'ironia. "La crisi ucraina ha i propri eroi: sono i militanti del settore di destra e il governo illegittimo di cui fa parte una serie di fascisti dichiarati". "La crisi ucraina - prosegue - ha anche i suoi `colpevoli´, la Russia e il popolo della Crimea che si sono rifiutati di accettare la logica del golpe neo-nazista". Si dovrebbe svolgere domani, invece, un incontro a Mosca tra il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, e Putin. Kiev ritira militari e civili dalla Crimea - Intanto il governo ucraino stanno ideando i piani operativi per il ritiro delle truppe e dei civili fedeli a Kiev dalla Crimea: "Stiamo mettendo a punto un piano che ci consentirà non solo di ritirare i soldati, ma anche le loro famiglie dalla Crimea, in modo che possano essere rapidamente spostati sul territorio della madrepatria Ucraina". Lo ha reso noto il Consigliere per la Sicurezza Nazionale , Andrei Parubiy, preannunciando anche di aver chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon (che domani - 20 marzo - sarà a Mosca ed il 21 sarà Kiev) di demilitarizzare la penisola, facendo ritirare anche le truppe russe dopo quelle di Kiev.