L'Iran mette il divieto

Albina Perri

Le donne e gli uomini dell’Iran devono restare pallidi. Lo dice Mahmud Ahmadinejad, che evidentemente non ha altro a cui pensare. Così ora, dopo il divieto di cravatta, la lotta ai vestiti di Benetton, agli sbarbati e alle sigarette, il leader iraniano se la prende con le cabine abbronzanti. Questa infatti è l’ultima regola varata dal suo ministero della salute: il sole artificiale fa male ed è vietato. Le cabine, i lettini, le docce solari e le creme anti scottature sono interdetti dall’importazione. Presto i soldati di Ahmadinejad si aggireranno nei solarium di Teheran e dintorni per le ispezioni: chi non avrà seguito le indicazioni sarà denunciato. Chiaramente la misura è volta a rendere più pudichi i costumi delle donne iraniane, e segue una serie di divieti minimi quanto assurdi: le ragazze, per esempio, in Iran non possono usare biciclette, motorini, pattini e monopattini in quanto “sconvenienti”. Non possono entrare in uno stadio. Maschi e femmine non possono ascoltare musica pop, perché “corrompe i costumi”. Non sarà allora un caso se, in Iran, il suicidio è la seconda causa di morte:  il dr. Hasan Zadeh, che ha condotto una ricerca sul fenomeno, sostiene infatti che  "le donne si levano la vita con più frequenza degli uomini".La Scuola di medicina Mazandaran ha analizzato 318 cadaveri carbonizzati negli ultimi due anni: di questi l'83 % era di donna. Il suicidio per auto-combustione rappresenta il 50 % dei casi totali.Ogni giorno, l'ospedale Loqman della capitale ricovera decine di pazienti che hanno cercato di togliersi la vita.