Chavez contro i media

Albina Perri

Chavez dittatore coi controfiocchi. Siamo stati tutti felice di vedergli stringere la mano di Obama da dimenticare quanto poco liberale sia il presidente con il suo popolo.  L'ultimo avvertimento del  venezuelano è ai media "ostili", che  potrebbero trovarsi di fronte a una «sorpresina». Tutta la stampa interpreta le parole di Chavez come un riferimento all'eventuale ritiro di qualche licenza. Di fronte alle telecamere del programma 'Aló Presidente', il capo dello Stato ha detto che non tollererà ulteriori attacchi contro il suo esecutivo: «Abbiamo tollerato abbastanza», «o tutto questo finisce o non mi chiamo più Chavez». I mezzi di comunicazione - ha accusato - «funzionano come partiti politici», la loro linea editoriale non è giornalistica, ma dettata dai loro «proprietari» e dai gruppi economici. «Una cosa è la critica e un'altra è la cospirazione», sostiene Chavez. Stanno «giocando con il fuoco, manipolano (l'informazione, ndr), incitano all'odio», ha accusato. Le parole del presidente riguardano tutta la stampa critica: «Televisioni, stazioni radiofoniche, stampa scritta». Ma in realtà nel mirino del governo bolivariano c'è una televisione in particolare: Globovision. Tanto che il sito web del quotidiano 'El Nacional' (altra testata critica) titola: «Chavez emana sentenza per la chiusura di Globovision».