Il Pontefice in Medio Oriente

Benedetto XVI accolto in Libano:"Il credente non dà morte"

Leonardo Diana

"Se vogliamo la pace, difendiamo la vita. Questa logica squalifica non solo la guerra e gli atti di terrorismo, ma anche ogni attentato alla vita dell'essere umano, creatura voluta da Dio". Sono le parole con cui Benedetto XVI ha aperto i suoi incontri in Libano. Il Pontefice è stato accolto da migliaia di persone schierate fin dal primo mattino a Beirut per salutarlo. Consapevole del clima di guerra di questi giorni di rivolta in Medio Oriente, causato del film blasfemo su Maometto, il Papa ha dichiarato: "Il credente autentico non può condurre alla morte. I credenti hanno sempre un ruolo essenziale, quello di testimoniare la pace che viene da Dio e che è un dono. L'inazione degli uomini di bene non deve permettere al male di trionfare. E' peggio ancora di non far nulla". L'arrivo a Palazzo - Il Pontefice ha tenuto il suo discorso all'interno del Palazzo presidenziale di Baadba alla presenza del presidente del Libano Gen Michel Sleiman. Accolto nel Salone "25 maggio" dove erano riuniti le autoritá istituzionali, i membri del Governo, il corpo diplomatico, i capi religiosi e i rappresentanti del mondo della cultura, oltre ai membri del Seguito Papale ed ai Patriarchi e vescovi libanesi, rivolgendosi al Presidente, il Papa racconta: "Assieme a Lei ho appena piantato un cedro del Libano, simbolo del vostro bel Paese, vedendo questo alberello e le cure di cui avrá bisogno per fortificarsi fino a stendere i suoi rami maestosi, ho pensato al vostro Paese e al suo destino, ai Libanesi e alle loro speranze, a tutte le persone di questa regione del mondo che sembra conoscere i dolori di un parto senza fine". Quello che sta succedendo in questi giorni è secondo il Papa "un parto senza fine" ma pace e riconciliazione sono obiettivi sempre raggiungibili. La benedizione - Benedetto XVI ha poi dato la sua benedezione al Paese: "Allora ho domandato a Dio di benedirvi, di benedire il Libano e di benedire tutti gli abitanti di questa Regione che ha visto nascere grandi religioni e nobili culture. Perchè Dio ha scelto questa Regione? Perchè essa vive nella tormenta?". "Dio l'ha scelta, mi sembra affinchè sia esemplare, affinchè testimoni di fronte al mondo la possibilitá che l'uomo ha di vivere concretamente il suo desiderio di pace e di riconciliazione. Questa aspirazione è inscritta da sempre nel piano di Dio, che l'ha impressa nel cuore dell'uomo". Obiettivo: la pace - "Occorre bandire la violenza verbale o fisica. Essa è sempre un oltraggio alla dignità umana, sia dell'autore sia della vittima". Il Pontefice ha sottolineato che "valorizzando le opere pacifiche e il loro influsso per il bene comune, si crea anche l'interesse per la pace. Come testimonia la storia, tali gesti di pace hanno un ruolo considerevole nella vita sociale, nazionale e internazionale". Ratzinger ha poi spiegato: "L'educazione alla pace formerá così, uomini e donne generosi e retti, attenti a tutti, e particolarmente alle persone più deboli". Quindi ha aggiunto: "pensieri di pace, parole di pace e gesti di pace creano un'atmosfera di rispetto, di onestá e di cordialitá, dove gli sbagli e le offese possono essere riconosciuti in veritá per avanzare insieme verso la riconciliazione".