L'editoriale

Bersani non è matto, è sordo

Andrea Tempestini

di Maruizio Belpietro @BelpietroTweet Sì, è ufficiale: Bersani è lì a pettinare le bambole. Già alcuni giorni fa ne avevamo avuto il dubbio, tanto da domandarci se non fosse matto a ricevere i vertici di ogni tipo d’associazione, anche quelle turistiche, prima ancora d’aver ottenuto assicurazione di un qualche sostegno al suo improbabile governo. Ora ne abbiamo la certezza: il segretario esploratore sta soltanto perdendo tempo. Fosse per, lui le consultazioni per risolvere il rebus della formazione del nuovo esecutivo le trascinerebbe alle calende greche, facendo passare la Pasqua e se possibile anche il 25 aprile e il primo maggio. Con un po’ di sforzo arriverebbe a ferragosto, convocando, per tastarne il polso, pure i dirigenti dei club di giocatori di briscola: di lì in poi, la strada per arrivare a Natale sarebbe in discesa. Fortuna che in questo tirare a campare c’è ogni tanto qualcuno che lo richiama all’ordine e, soprattutto, al calendario. Bersani infatti aveva appena fatto slittare al giorno dopo gli incontri con Sel e Pd, facendo capire che al Quirinale non sarebbe salito domani, ma forse venerdì, ed ecco che subito nonno Giorgio Napolitano s’è fatto sentire, costringendolo a rettificare il tiro e a rispettare la data. Già è ridicolo che il segretario incaricato di fare il governo incontri il segretario sfiduciato che non è riuscito  a fare la cosa che tutti si aspettavano,  cioè vincere le elezioni. Che fa: prima si siede a destra del tavolo e parla da presidente del Consiglio in pectore, poi si alza, si siede a sinistra del tavolo e risponde da segretario del partito in uscita? Immaginate la diretta in streaming, come ieri con i grillini. Il compagno Pier Luigi che dialoga con una sedia e poi replica a un’altra sedia. A raccontarla, all’estero neanche gli indiani ci crederebbero. Già a quelli di Delhi pare strano che un ministro smentisca l’altro in un’aula del Parlamento, figuratevi se gli raccontano che abbiamo un candidato premier affetto dallo sdoppiamento di personalità, che parla con se stesso prima di decidere se ci sono o meno le condizioni per formare il nuovo governo. Uno che da un lato chiede la fiducia e dall'altro se la dà. Ma il segretario del Pd non è affetto solo dal disturbo del doppio ruolo, malattia che gli impedisce di comunicare con se stesso e lo costringe a fissare un appuntamento il giorno dopo per riuscire a incontrarsi e scambiarsi delle idee sul futuro del Paese. Tra i problemi che lo affliggono ci dev’essere anche la sordità. La prova che abbia difetti d’orecchio la si è avuta ieri, dopo l’incontro con i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle. Grazie ai nuovi metodi grillini, la riunione è andata in onda in diretta su computer e tv e tutti hanno potuto ascoltare la conversazione che si è svolta tra Bersani e i capigruppo del movimento. Al compagno segretario che li sollecitava a non impedire, in nome del cambiamento, la formazione del suo gabinetto, Crimi e Lombardi hanno opposto un secco no, dicendo che certi discorsi li sentono da vent’anni e di un vecchio arnese della politica non sanno che farsene. Non fossero stati chiari - e lo sono stati - di lì a poco tempo Beppe Grillo ha precisato ancor meglio il suo pensiero, dando a Bersani del puttaniere, paragonandolo, se non si fosse capito, a Berlusconi e D’Alema. Aggiungendo, nel dubbio, che nel programma del Movimento Cinque Stelle  c’è lo stermino di tutti i vecchi partiti e dunque anche del Pd. Frasi non proprio tenerissime, alle quali il segretario esploratore ha risposto dopo averci pensato un po’ su. In conferenza stampa ha spiegato che Grillo e compagni devono illustrare che cosa intendono fare. Non basta che dicano di voler far fuori il Pd, così come il Pdl e tutti gli altri. Né è sufficiente che gli diano del puttaniere e lo mettano sullo stesso piano del Cavaliere e di Baffino. Lui pretende che ufficializzino  che cosa vogliono fare. A questo punto il problema è chiaro. O il segretario del Partito democratico ci è o ci fa. O è un furbo che fa il tonto o è un tonto che fa il furbo. Oppure, cosa che noi sospettiamo, ha bisogno dell’Amplifon. Se non ha inteso ciò che hanno detto ieri Crimi e Lombardi non può essere per difetto di comprendonio, ma solo a causa di un difetto uditivo assai grave, che non può essere risolto se non con l’apposito apparecchio. È per questo che ci siamo decisi a parlare chiaro. Anzi a scriverlo. Caro incaricato, guarda che Grillo con te non ci vuole stare. Non c’entra il cambiamento. Anzi c’entra. Lui oltre agli altri vuole cambiare anche te. Per il comico sei da rottamare esattamente come tutti gli altri. Per cui rassegnati. O fai un governo con il Popolo della Libertà o vai a casa. Non c’è più tempo per acchiappare il tacchino sul tetto. O ti decidi o ti devi far da parte. E nel caso tu scelga di mollare - cosa che al momento ci pare la più probabile - ricordati di spegnere la luce. Che di questi tempi la bolletta costa.  PS. Mentre Bersani pettina le bambole, smacchia i giaguari e si occupa di alpinismo e viaggi, pare che oggi Napolitano gli dia il benservito, liquidando le sue ambizioni da premier. Per Palazzo Chigi il capo dello Stato avrebbe già pronto un nome alternativo. Occhio ai depositi in banca: si fa il nome di Giuliano Amato. Se il segretario del Pd è lento capire, l’ex vicesegretario del Psi è sveltissimo a carpire. Non i segreti, ma i soldi degli italiani. Che il cielo ce la mandi buona.