L'editoriale
Renzi ha tre assi nella manica: li usi subito
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha spesso accusato chi guarda con scetticismo le misure economiche del suo governo di gufare contro l’Italia. Siccome facciamo parte di chi ha dubbi circa l’efficacia dei provvedimenti varati nel corso dell’anno dal Consiglio dei ministri, vorremmo tranquillizzarlo: non scommettiamo affatto sul fallimento del nostro Paese, ma anzi guardiamo con preoccupazione al peggioramento dei dati e del debito pubblico. Tuttavia, per dimostrare a lui e ad altri che non ci piace puntare sul default italiano, vogliamo oggi segnalare alcuni fattori che giocano a favore del premier, il quale se saprà calare bene le proprie carte potrebbe perfino riuscire a centrare l’obiettivo che si è prefisso, ovvero di rilanciare la crescita. Primo fattore. Dopo mesi, anzi anni, di pessimismo, gli uffici studi che tengono sott’occhio l’economia segnalano una leggera ripresa. Niente di eclatante, intendiamoci, appena mezzo punto di Pil in più per il 2015. Ma tra lo 0,4 per cento in meno del 2014 e lo 0,5 in più dei prossimi dodici mesi c’è la stessa differenza che esiste tra una macchina che procede in retromarcia e una che avanza seppure lentamente. Per Confindustria insomma qualcosa si muove. Non è tanto ma è il segno che laggiù (o quassù, visto che gran parte delle industrie è concentrata nel Nord) c’è un segno di vita. Troppo poco per esultare? Vero, ma infatti nessuno esulta. Clicca e leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro