L'editoriale

Fanno terrorismo fiscale invece di prendere chi evade

Maurizio Belpietro

Nei giorni scorsi abbiamo appreso che i conti correnti degli italiani non avranno più segreti per l’Agenzia delle Entrate, i cui ispettori potranno sapere tutto quel che ci riguarda in fatto di soldi e patrimonio. A dire il vero dobbiamo confessare che ci eravamo fatti l’idea che già fosse così e che sia i depositi che i prelievi fossero soggetti a controlli. Del resto le banche da tempo sono obbligate a segnalare all’autorità qualsiasi movimento sospetto, pena il rischio di essere accusate di favoreggiamento in caso si scoprano attività illegali o fraudolente dei correntisti. E infatti sono stati i traffici allo sportello a far venire a galla le truffe dell’ex cassiere della Margherita Luigi Lusi o operazioni dubbie come quelle del tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. Ma se già adesso gli istituti di credito spalancano le porte  alla Guardia di Finanza e agli ispettori del Fisco, tanto che da parecchio il segreto bancario è morto e sepolto, la novità comunicata dall’Agenzia delle Entrate dove sta? In effetti, più che di novità si dovrebbe parlare di propaganda, ossia di campagna per terrorizzare i contribuenti, soprattutto quelli infedeli, e costringerli a pagare le tasse e a tirare fuori da sotto il materasso i soldi in nero. Leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi 2 dicembre o acquista una copia digitale del quotidiano