L'editoriale
Ci mancavano soltantoi balilla del fisco
La notizia arriva da Napoli e la pubblica il quotidiano Il Mattino: nella lotta a chi non fa lo scontrino scendono in campo i baby 007 del fisco. Sottotitolo: piccoli detective a caccia di irregolarità nei luoghi di vacanza. In pratica, secondo quanto riportato da Marco Torriello, alle elementari Piscicelli i compiti per le vacanze consisteranno nell’annotare tutti gli esercenti che non rilasciano lo scontrino e che dunque non pagano le imposte. A settembre, di ritorno dal meritato riposo estivo, gli alunni dovranno scrivere nei loro temi ciò che hanno visto e i testi saranno letti e commentati in aula alla presenza dei funzionari dell’Agenzia delle entrate. Insomma, visto che gli ispettori del Fisco non riescono a beccare gli evasori, il compito è demandato ai ragazzini, i quali smesso il grembiule scolastico indosseranno quello immaginario di esattori delle tasse. Secondo il giornale campano diretto da Virman Cusenza l’iniziativa – denominata «Uno scontrino per l’estate» – rientra in un progetto di educazione civica per i giovani organizzato dalla scuola in collaborazione con gli esperti del Fisco. Annota il cronista: in una regione in cui, secondo la Finanza, due commercianti su tre non rilasciano lo scontrino, c’è da scommettere che ne vedremo delle belle. Già questo dà la misura del precipitare della situazione: l’incapacità delle strutture dello stato di far applicare le leggi costringe lo stesso stato ad applicare metodi da Pol Pot, il famigerato dittatore della Cambogia che arruolò i bambini per denunciare i genitori come nemici del popolo. All’epoca i Khmer usavano i ragazzini mettendoli contro i genitori per scovare chiunque avesse studiato o anche solo possedesse gli occhiali. Saper leggere era infatti considerata un’attività controrivoluzionaria e i figli erano spronati a denunciare papà e mamma. Per fortuna non siamo ai tempi della Cambogia e le persone non vengono uccise a colpi di zappa come suggerivano i commissari politici del regime comunista. Tuttavia, l’idea di utilizzare i bambini e i loro temi per denunciare chi non è in regola con il fisco mette ugualmente i brividi: da un lato per l’uso di minorenni, dall’altro per la resa del Fisco, che arruolando i bambini documenta la propria inadeguatezza nella lotta all’evasione. Diciamo ciò non certo in difesa di chi non paga le tasse, ma anzi da contribuenti onesti che vorrebbero che tutti facessero il loro dovere. Però se si ingaggiano i Balilla del Fisco, se cioè si usano dei bambini delle elementari per fare una battaglia che tocca agli apparati dello stato, significa che da soli i superispettori non ce la fanno a combattere l’evasione. Una dichiarazione di resa dello stato che arriva a mesi di distanza dai blitz di Cortina e Portofino. Dopo aver fatto la faccia feroce nei centri vacanze prediletti dai ricconi del Nord, l’agenzia delle entrate è costretta a cercare un sistema per penetrare l’omertà fiscale di alcune zone del Sud. Del resto, nonostante la grancassa dei mesi scorsi, che le cose non girino per il verso giusto sul fronte delle entrate lo abbiamo scritto ieri, riportando i recentissimi dati diffusi dalla ragioneria generale dello stato, dai quali risultano mancare all’appello circa 3,4 miliardi di euro nei primi mesi dell’anno. Un buco difficilmente colmabile con provvedimenti tampone, tanto che dalle parti di Palazzo Chigi c’è chi ha rispolverato il vecchio proposito di alzare ancora un po’ l’Iva. Un rincaro che per la nostra economia sarebbe la mazzata finale. Già oggi la pressione fiscale reale sulle imprese veleggia sopra il 60 per cento, ma con un punto o due di Iva in più si rischia di andare oltre, provocando un’ulteriore contrazione dei consumi e dunque del prodotto interno lordo. Secondo il governatore della Banca d’Italia il livello raggiunto dalle tasse è incompatibile con la crescita, ma il presidente del consiglio non pare avere alcuna intenzione di mollare. Per cui adesso pare intenzionato ad affidarsi ai bambini pur di strizzare gli italiani. Così, come ogni sistema a fine corsa, arruola i minorenni. Ma si sa che i soldati ragazzini non portano lontano. In genere alla disfatta.