Fiat compra il 20% di Chrysler

Silvia Tironi

L'approvazione da parte di Barack Obama dell'accordo firmato tra Fiat eChrysler (condizione unica, aveva sottolineato ieri il presidente degliStati Uniti, per ottenere dal governo Usa nuovi aiuti fino a seimiliardi di dollari) è stata accolta bene dalla borsa: in particolarmodo dal titolo del Lingotto, che vola: in avvio di seduta a Piazzaaffari Fiat ha fatto segnare un +7,8%. In in preapertura il titolovolava già in rialzo del 12%. Dopo aver 'benedetto' l'intesa con la casa torinese, che considera «partner ideale», Obama chiede anche tempi stretti: trenta giorni per portare a termine «un accordo solido che protegga i consumatori americani. La Fiat - ricorda l'inquilino della Casa Bianca - è pronta a trasferire la sua tecnologia di punta alla Chrysler e, dopo aver lavorato in stretta collaborazione con il mio team, si è impegnata a costruire nuove auto a basso consumo di carburante e motori qui in America». L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne ringrazia Obama «per il suo incoraggiamento» e parla di un'alleanza che non solo permetterà a Chrysler di rafforzare la propria solidità finanziaria, ma contribuirà anche a salvaguardare posti di lavoro negli Stati Uniti e riuscirà ad accelerare in modo significativo gli sforzi per produrre veicoli a basso consumo». Fiat e Chrysler, su indicazione della task force designata da Obama per supervisionare la ristrutturazione di Detroit, hanno accettato di rivedere l'intesa siglata in gennaio, definita dalla squadra di Obama «inadeguata». Il nuovo accordo da raggiungere entro 30 giorni per ottenere nuovi finanziamenti pubblici prevedrebbe - secondo indiscrezioni - una quota iniziale della Fiat in Chrysler pari al 20%. A Fiat - secondo il Wall Street Journal - potrebbe essere ceduta la Chrysler «buona» nel caso in cui il governo dovesse premere e ottenere per il ricorso la bancarotta e quindi scindere la società in una 'bad company' e una 'good company'. Condizione per il salvataggio di Chrysler sarebbe dunque una riduzione della quota di Cerberus, che manterrebbe comunque la partecipazione di maggioranza in Chrylser.