L'uomo che salverà l'Ue è italiano

Giulio Bucchi

Chi proverà a salvare l'Europa, nonostante le ritrosie di Angela Merkel, è italiano. Non è Mario Monti, sebbene su molti punti siano in totale accordo, ma Mario Draghi, l'ex governatore di Bankitalia da novembre alla guida della Banca centrale europea. C'è lui dietro al pressing di Palazzo Chigi alla Merkel per rimpinguare il fondo salva-stati, portandolo dagli attuali 500 a 1.000 miliardi di euro. Una condizione necessaria per far fronte alle crisi di Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Ma Berlino nicchia e respinge al mittente la proposta, sebbene poi proprio oggi Merkel abbia ribadito: "Faremo di tutto per salvare l'euro". Sarà, ma finora la Germania pare più interessata a rafforzare la propria posizione dominante in Europa piuttosto che aiutare i partner comunitari a uscire dall'impasse e creare un'Unione più solida e competitiva. Proprio Draghi, però, giocherà un ruolo fondamentale facendo sponda con Merkel e Sarkozy, che oggi alla riunione dell'Eurogruppo sul 'fiscal compact' presentano un piano per avere regole meno rigide sulle banche globali. Un documento che per una volta a Bruxelles potrebbe vedere dalla stessa parte tutti i protagonisti. Tranne uno: il premier inglese David Cameron.