Risposta ai disoccupati
Oggi, che il problema della perdita di occupazione nell’industria sta assumendo proporzioni drammatiche, è necessario per le Aziende mettere in campo soluzioni per l’occupazione non solo di breve periodo, ma anche quelle che possano traguardare orizzonti duraturi e sostenibili. Un’attività che ancora raramente viene attivata è quella di procedere con una re-industrializzazione di stabilimenti e impianti oggetto di dismissione. Questo significa elaborare un vero e proprio piano industriale che consenta l’individuazione di Aziende subentranti che garantiscano la sopravvivenza del sito, recuperando il maggior numero possibile di lavoratori. Procedere con una re-industrializzazione rappresenta un’opportunità non solo per chi subentra: beneficiare di forza lavoro già formata e qualificata, acquisire impianti a condizioni favorevoli, beneficiare di sgravi fiscali e contributivi previsti dalle leggi dello Stato e delle Regioni, Rappresenta un’ opportunità anche per chi cede: mantenere una relazione proficua con le Istituzioni e le Organizzazioni Sindacali, giocare un ruolo di Impresa Responsabile verso le proprie Persone e il Territorio, ma soprattutto incorrere in costi che possono essere significativamente inferiori rispetto all’ipotesi di chiusura definitiva del sito. Tale attività non ha ancora incontrato il necessario riscontro, principalmente per tre ordini di motivi:timore, per il cedente, di un livello non adeguato di confidenzialità nelle prime fasi del progetto e di costi non prevedibili;scarsità di operatori specializzati in re-industrializzazioni, con esperienze significative e specifiche;limitato sfruttamento delle sinergie attivabili con le Istituzioni.. Nonostante questo, un certo numero di iniziative sono state portate a termine con successo negli ultimi anni, con recuperi occupazionali superiori al 70% della forza lavoro e una progressiva riqualificazione delle Persone verso nuovi ambiti manifatturieri. Stefano Lalatta Costerbosa, partner Sofit