Per i big della speculazione la crisi finisce in estate
Che anno sarà dal punto di vista economico il 2012? Certo, le premesse non sono buone, anzi, per certi versi disastrose, se si considera la crisi del debito che si fa sentire in Europa e negli Stati Uniti. Il colosso bancario Goldman Sachs ha pubblicato in un rapporto una serie di previsioni, riprese dai media britannici, in cui si cerca di delineare un anno che però non porterà solo cattive notizie. Anzi, dopo i primi mesi del 2012 in cui il “calvario” dei mercati finanziari andrà ancora avanti, entro l’estate arriveranno i segni di una tanto attesa ripresa. Gli investitori dovranno però superare una vera e propria tempesta finanziaria nei primi mesi dell’anno. Goldman Sachs prevede ad esempio una brusca flessione dell’Ftse 100, l’indice della City di Londra, a 4700, e poi una risalita verso quota 5800. Anche le altre borse europee potranno seguire un andamento simile: rispetto agli indici attuali si prevede, alla fine delle “montagne russe”, un rialzo del 10%. IL FUTURO DELL'EURO Ma tutte queste previsioni alla fine dipendono dalla sorte dell’euro. Goldman Sachs è molto cauta sul futuro della moneta unica: «Le nostre previsioni economiche contemplano la possibilità di una soluzione della crisi dell’eurozona nei prossimi mesi. Ma le possibilità di una situazione ancora più caotica, in particolare un crollo dell’euro, seppure ancora remote, sono aumentate». Passando dalle parole ai fatti, questo vuol dire soprattutto una cosa: recessione nel 2012. Si prevede infatti una contrazione dell’eurozona pari allo 0,8% su base annua, con una breve recessione in Germania e Francia, e una più lunga e profonda nei Paesi più deboli. Per evitare lo sfacelo della moneta unica la banca d’investimento ha una sola fondamentale ricetta: «una svolta politica in tempi rapidi», senza la quale si può innescare un processo incontrollabile di crollo economico. Per evitare tutto questo si auspica un accordo tra Germania e Francia su come gestire il fardello dei debiti nazionali. La ripresa dell’eurozona dipenderà però dalla volontà dei governanti e dal tempo che impiegheranno ad accordarsi. PETROLIO E AZIONI Ma nel rapporto di Goldman, dal titolo emblematico “Dalla disperazione alla speranza”, non si parla solo di questo ma anche dell’andamento dei singoli settori, dalle materie prime alle tecnologie. Nel 2008 Goldman prevedeva che il prezzo dell’oro nero avrebbe raggiunto i 200 dollari al barile. Arrivò a 150 ma poi scivolò dopo il fallimento di Lehman Brothers. Nel 2011, il petrolio ha iniziato l'anno a 95 dollari e ora gli economisti della banca americana prevedono un prezzo medio del Brent intorno ai 120 dollari (il 15% in più rispetto a quello corrente). Mentre nel 2013 ci sarà un'ulteriore crescita a 130 dollari al barile. Per chi pensa di investire nei mercati azionari ci sono alcuni consigli da tenere bene in mente. Nella lista dei titoli da comprare ci sono di sicuro quelli del colosso minerario BHP Billiton, che continua a beneficiare della corsa alle materie prime delle tigri asiatiche, e anche quelli di Rolls-Royce. Ma in generale i settori in cui si potranno fare ottimi affari sono quelli di petrolio e gas, sanità, telecomunicazioni. Meno nei settori finanziario, edilizio, industriale e turistico. Per chi cerca titoli nella borsa di Wall Street, la banca d'investimento ha scelto le 10 compagnie Usa con potenziale migliore per l’anno che verrà, tra queste le più promettenti sono: Coca-Cola, Nike, General Mills, McDonald's, Dick's Sporting Goods e Comcast. In ambito tecnologico, le raccomandazioni all'acquisto di azioni restano per i colossi Apple e Oracle, e per altre minori, come Synchronoss Technologies. oro rifugio Ma è soprattutto l’oro il grande protagonista del 2012. Continuerà ancora a crescere come principale bene rifugio e si prevede un record delle sue quotazioni a 1.940 dollari l’oncia, dagli attuali 1.600, e 1.412 all’inizio del 2011. Goldman Sachs poi ricorda a tutti di tenersi lontani, invece, dalle banche europee, che nel 2012 dovranno rifinanziare circa 750 miliardi di euro di debiti. Andranno meglio quelle degli Stati Uniti già passate attraverso la burrasca della crisi. Fra le meglio posizionate ci sono Citigroup, JP Morgan e State Street. di Alessandro Carlini