L'allarme: "Italia in recessione"
Fare in fretta e fare bene, attenzione c'è la crisi, i mercati sono pronti a punire. E i mercati puniscono, mentre né bene né in fretta fanno l'Europa e l'Italia commissariata e guidata da Mario Monti. Il vertice di Strasburgo è stata, sostanzialmente, soltanto l'occasione per un nuovo stallo sugli eurobond: decisioni prese, quasi zero. In Italia, nel Consiglio dei Ministri, si discute di Isole Cook e Mauritius. Si perde tempo a ogni latitudine del Vecchio Continente e le Borse ci massacrano. Pioggia di vendite in Borsa - Per Piazza Affari è una nuova giornata di lacrime. La chiusura in leggero rialzo (+0,12%) non può far dimenticare la pioggia di vendite sul mercato milanese. Intorno a mezzogiorno l'indice principale Ftse Mib lasciava il 2,17% flirtando pericolosamente con i minimi dell'anno, mentre il complessivo All Share lasciava il 2,06 per cento. Milano era la più colpita, ma la pioggia di vendite si abbatteva su tutti i mercati continentali: Francoforte lasciava lo 0,70%, Londra lo 0,54% e Parigi lo 0,60 per cento. Per quel che riguarda le blue chips di Piazza Affari, intorno alle 12 si registrava un timido rimbalzo per Fimeccanica (+1,48%, prima di raggiungere il 4%), mentre la posizione del presidente Pier Francesco Guarguaglini si fa sempre più scomoda per gli sviluppi dell'inchiesta Enav e il prossimo primo dicembre potrebbe vedersi ritirare le deleghe. In forte ribasso le banche, con Mps (-3,25%), Intesa Sanpaolo (-1,55%) e Unicredit (-1,51%). Tiene Mediobanca (+0,51%). Schizza lo spread - Tensione altissima anche sui titoli di Stato. Lo spread è balzato sopra quota 500 punti base rispetto al Bund, che dopo l'ultima fallimentare asta non è più la cedola corazzata nella quale tutta la finanza mondiale nutriva cieca fiducia. Ma comunque il differenziale a 10 anni tra i Btp e gli omologhi tedeschi raggiungeva i 502, dopo aver raggiunto quota 506. In apertura di contrattazioni lo spread era a quota 490. Quindi l'asta dei nostri titoli di Stato, da cui è arrivato un nuovo colpo a Monti: il rendimento dei Btp è schizzato fino all'8%, un livello drammatico in considerazione del fatto che già un rendimento al 7% è considerato non solvibile. Lo spread era schizzato a quota 511 punti base. La chiusura in leggero miglioramento non consola: il rendimento dei decennali è al 7,33%, quello sui Btp a due anni è al 7,7 per cento. L'allarme di Fitch - L'Italia "probabilmente è già in recessione". A lanciare l'allarme è l'agenzia di rating Fitch nella nota in cui annuncia il taglio del rating di 8 banche italiane: Bpm, Bper, Popolare di Sondrio, Credito Emiliano, Credito Valtellinese, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza e Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio. Per tutti e otto gli istituti di credito l'outlook è negativo. L'agenzia di rating afferma che tale decisione "trae origine dal peggioramento delle prospettive di crescita dell'economia italiana e dall'intensificazione delle tensioni sui debiti sovrani", che potrebbero portare "ad un incremento del costo del funding e ad un deterioramento della qualità del credito del sistema bancario, con effetti negativi sulla redditività operativa".