Deficit al 3,8%, vola il debito

Silvia Tironi

Crollo della produzione, crescita esplonenziale del numero di disoccupati e aumento del deficit dei vari Paesi. È questo il quadro disegnato, per il 2009, dalla Commissione Europea, che ha previsto che la crisi economica e finanziaria si farà sentire, e parecchio, anche nel 2009. Bruxelles rivede drasticamente al ribasso le sue precedenti stime di crescita dell'economia europea e prevede per il 2009 un crollo del Pil a quota -1,9%. Nella speranza che la ripresa possa manifestarsi già entro la fine dell'anno, la Commissione prevede che il 2010 si chiuderà con un +0,4%. Tra i principali Paesi della zona euro, la Germania chiuderà il 2009 a quota -2,3%, la Francia -1,8% e la Spagna, come l'Italia, a -2%, Per quanto riguarda il deficit, le previsioni sono molto oltre la barra del 3% anche per la Spagna(6,2%), la Francia (5,4%), e il Portogallo (4,6%). Sforamento, ma piùlieve, anche per l'Italia (3,8%) e la Grecia (3,7%), mentre restanovicini ai limiti di Maastricht la Germania (2,9%) e il Belgio (3%).Fuori dall'eurozona, la caduta più evidente è quella del RegnoUnito (8,8%). Preoccupnate anche il fronte disoccupazione: nella zona euro ildato sarà del 9,3% e nei Ventisette dell'8,7%, con 3,5 milioni di postidi lavoro in meno. Nelle zona eurol'inflazione scenderà all'1% nel 2009 per poi salire all'1,8% ilprossimo anno. Per quanto riguarda più nel dettagli il nostro Paese, il deficit pubblico italiano volerà oltre i parametri di Maastricht: nel 2009, infatti, secondo le previsioni della Commissione Europea, il deficit italiano tornerà "ben al di sopra del 3%". Dopo aver chiuso il 2008 al 2,8%, nel 2009 schizzerà infatti al 3,8%, con un "miglioramento minimo" nel 2010 al 3,7%. "L'elevatissimo debito pubblico - spiega Bruxelles - impedisce al governo italiano di ricorrere in maniera più ampia a strumenti fiscali per far fronte alla crisi. Gli stabilizzatori automatici porteranno il deficit ben al di sopra della soglia 3% nel 2009, con un miglioramento solo marginale atteso nel 2010. Questo assieme ad una crescita attenuata, implica un innalzamento del debito che potrebbe andare oltre l'orizzonte delle previsioni. Le possibili ricapitalizzazioni bancarie, infatti, potrebbero condurre il debito anche oltre quanto previsto". Il disavanzo, sempre secondo le previsioni della Commisione europea, si manterrà al 2,7% nel 2009 e al 2,4% nel 2010. Il deficit strutturale sarà al 2,8% nel 2009 e al 2,5% nel 2010. Previsioni tutt'altro che rosee anche in materia di debito pubblico, che è destinato a balzare nuovamente sopra il 110%. Dopo aver chiuso il 2008 al 105,7%, nel 2009 si tornerà al 109,3% e nel 2010 al 110,3%. Queste le nuove stime della Commissione europea, che però sottolinea come "le possibili ricapitalizzazioni bancarie potrebbero portare il debito anche oltre". Il 2008, secondo Bruxelles, si è chiuso con un debito al 105,7%del pil. Per quanto riguarda infine la disoccupazione, in Italia il tasso sarà dell'8,2%,contro il 6,7% del 2008. L'inflazione scenderàall'1,2% nel 2009, per poi risalire al 2,2% nel 2010. Dal canto suo il commissario Ue agli Affari economici Joaquin Almunia ha tenuto a sottolineare come "le misure per la ripresa economica adottate finora sono adeguate; ora bisogna prestare attenzione per evitare le tentazioni protezionistiche". Secondo Almunia, "è troppo presto per fare una valutazione di impatto, ma riteniamo che i piani adottati finora ci sembrano adeguati. Il sostegno globale all'economia della Ue nel 2009 avrà un impatto del 4% sul nostro Pil, un sostegno molto importante per permettere ai mercati di stabilizzarsi". Il commissario ha poi voluto elogiare il lavoro intrapreso dal ministro dell'Economia italiano Giulio Tremonti: «Nelle misure anticrisi finora adottate dal governo italiano c'e la giusta combinazione tra gli stimoli fiscali necessari e la dovuta prudenza» sul fronte dei conti pubblici".