New York Times in crisi:

Dario Mazzocchi

Alla fine, anche il New York Times ha ceduto: oggi per la prima volta nella sua storia, il quotidiano americano ha pubblicato la prima pagina con tanto di pubblicità. Uno spazio acquistato dalla Cbs apparsa nel taglio basso del giornale con tanto di motivazione della scelta da parte della redazione. Questo è il peggiore periodo che la testata sta attraversando, dovendo fare i conti con la crisi finanziaria che ha colpito in un lungo e in largo l’editoria statunitense. Le falle nel bilancio aziendale si fanno sentire eccome, lo dimostrano chiaramente i dati: -13,9% rispetto a novembre 2007,  -7,6% nell’ultimo anno. La pubblicità in prima pagina non è così diffusa oltre Oceano: finestre pubblicitarie compaiono sulla copertina del Wall Street Journal e del Los Angeles Times, ma non se ne trova traccia sulla “front page” del Washington Post. Anche se non è la prima volta che il NYT ha ceduto alla pubblicità, anche se nel passato si è trattato di qualche riga, non certamente di una fascia intera dedicata all’advertisment, per non contaminare l’informazione con il commerciale. Resta il mistero dell’introito che non è stato svelato. All’inizio di dicembre il quotidiano aveva annunciato un’altra iniziativa clamorosa: vale a dire l’ipoteca da 225 milioni di dollari del grattacielo progettato da Renzo Piano che ospita redazione e amministrazione. 52 piani nel centro di Manhattan, nel cuore della Grande Mela. Ma i tempi di vacche grasse sono finiti e così, assieme al ridimensionamento della pagine e all’aumento degli abbonamenti, ecco che si fa spazio la pubblicità nello spazio sacro della prima pagina.