La pressione fiscale per gli onesti sfiora il 52%

Roberto Amaglio

Ecco quanto costa il sommerso e il lavoro nero al sistema Italia e a chi, onestamente, paga fino all’ultimo centesimo le tasse: all’incirca 9 punti percentuali di tassazione in più. Secondo le stime della Cgia di Mestre (Associazione artigiani e piccole imprese), infatti, l’effettiva pressione fiscale si attesterebbe tra il 51 e il 51,9%, ben al di sopra del 43,2% riscontrato dall’Istat. Un dato che salterebbe fuori “stornando" dal Pil ufficiale la quota addebitabile al sommerso economico (ossia il lavoro nero) e calcolando così la pressione fiscale sul Pil reale. “Non è che l’Istat sbaglia i suoi calcoli – afferma Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia –, semplicemente non fa altro che applicare le disposizioni dell’Eurostat, che stabiliscono che nel Pil nazionale si conteggi anche l'economia non osservata”. Sommerso che in Italia, almeno da quanto l’associazione artigiani ha calcolato, si aggirerebbe tra i 230 e i 255 miliardi di euro. “Sono soldi che non entrano nella ricchezza statale ma che vengono riscontrati nella tassazione che grava su lavoratori e famiglie – prosegue Bortolussi –. È per questo che riteniamo invece di dover calcolare la tassazione sul Pil reale”. A tal proposito, sottraendo al Pil di 1.520,8 miliardi di euro la somma del sommerso e rapportandolo alle entrate fiscali entrate nelle casse dello stato si ottiene una tassazione reale del 52% circa. “È un'ulteriore dimostrazione – ha concluso Bortolussi – “che chi in Italia è conosciuto dal fisco, subisce un prelievo fiscale ben superiore al dato statistico ufficiale. Per questo è assolutamente improrogabile una seria lotta conto il lavoro nero e l'evasione fiscale di chi è completamente sconosciuto al fisco. Aumentando la platea dei contribuenti potremo così ridurre imposte e contributi a chi oggi ne paga più del dovuto”. È la solita storia: pagare tutti per pagare meno. Ma anche in questo caso la distanza tra le affermazioni e la realtà è abissale.