La recessione è finita, ma la ripresa è lenta

Eleonora Crisafulli

La recessione è finita a metà del 2009. E l'Italia, seppur lentamente, si prepara alla ripresa. Ad annunciarlo è l’Ocse che nel suo Economic Outlook di primavera conferma per il nostro Paese le previsioni di crescita fatte in autunno, nonostante la revisione al rialzo effettuata per la media dell’area. Non c'è da essere troppo ottimisti, però. Nel biennio 2008-2009 il nostro Paese ha avuto la flessione del Pil più accentuata in Europa, pari al 6,3 per cento (quasi il doppio della media dell’Eurozona), a conclusione di un decennio problematico: dal 2001 l’economia italiana infatti è quella che è cresciuta meno in tutta l’Unione Europea, come rivela il Rapporto annuale elaborato dall’Istat. E secondo le stime dell’organizzazione di Parigi, il Pil del Belpaese crescerà dell’1,1% nel 2010 e dell’1,5% nel 2011, un rimbalzo "limitato", destinato a rafforzarsi "di poco" l’anno prossimo, una ripresa "debole, ma in linea con le performance registrate nel decennio che ha preceduto la crisi". A risentirne saranno i lavoratori. La disoccupazione si attesterà, infatti, all’8,7% nel 2010 e salirà all’8,8% nel 2011. Nel complesso comunque è stato promosso l'operato del governo la cui politica, si legge nel documento Ocse, ha consentito di mantenere sotto controllo l'andamento del deficit pubblico e quello del mercato del lavoro.