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Parte dalle città la via per abbattere le emissioni CO2
La sfida della decarbonizzazione intrapresa da A2A passa anche per Milano, Bergamo e Brescia. Sono proprio le città, infatti, ad avere un ruolo centrale nello sviluppo sociale ed economico, diventando veri e propri catalizzatori di innovazione e sostenibilità. In questo scenario l’impegno del Gruppo guidato da Renato Mazzoncini si traduce in una serie di iniziative che mirano a ridurre le emissioni di CO2 e a migliorare l’efficienza energetica. Per raggiungere questi obiettivi una delle leve principali è il teleriscaldamento di nuova generazione, il cui utilizzo riduce il ricorso ai combustibili fossili nella generazione di energia.
Non solo: utilizzando una rete di distribuzione che porta acqua calda alle abitazioni, questo sistema permette anche di evitare il conferimento dei rifiuti in discarica. Nel dettaglio, la rete del teleriscaldamento è costituita da una doppia tubazione: una per la distribuzione del calore alle famiglie; l’altra per il ritorno dell’acqua raffreddata alla centrale. In altre parole, la tradizionale caldaia non serve più e viene sostituita da un semplice scambiatore termico.
A Brescia è stato realizzato un sistema integrato, denominato Sistema Ambiente Energia, che coniuga produzione di energia elettrica, teleriscaldamento e gestione del ciclo dei rifiuti. Nata nel 1972, facendo di Brescia la prima città italiana a dotarsi di questo sistema, la rete del teleriscaldamento oggi si sviluppa per 682 chilometri e serve 21.700 utenze.
La volumetria riscaldata nel 2023 è stata di circa 43 milioni di metri cubi, pari a quasi 180mila appartamenti equivalenti allacciati, evitando l’emissione in atmosfera di oltre 115mila tonnellate di CO2.
Il calore necessario per il fabbisogno della rete oggi arriva per la gran parte da fonti non fossili, in primis il termoutilizzatore, oltre che dal calore di scarto di due acciaierie (Ori Martin e Alfa Acciai) e dagli accumuli termici (grandi serbatoi di acqua calda per la gestione dei picchi di richiesta). Le tre linee del termoutilizzatore generano oltre il 70% del calore distribuito dalla rete di teleriscaldamento di Brescia ed energia elettrica pari al fabbisogno di 200.000 famiglie.
Numeri che consentono di risparmiare circa 160mila tonnellate equivalenti di petrolio l’anno, evitando l’emissione in atmosfera di 683mila tonnellate di CO2 (dato 2023). Un processo virtuoso che è stato ulteriormente migliorato. A fine 2023 si è infatti concluso il progetto di "flue gas condensation”: un investimento di circa 110 milioni di euro per rendere il termoutilizzatore ancora più efficiente e sostenibile. Grazie a una tecnologia innovativa è stato possibile recuperare anche il calore dei fumi del camino, prima disperso in atmosfera, generando energia termica in più per 12.500 famiglie a parità di rifiuti trattati: in questo modo è stato possibile ridurre ulteriormente l’uso del gas per alimentare la rete del teleriscaldamento e il rendimento dell’impianto è stato portato vicino al 100% (dall’84% al 98%). «Stiamo lavorando - spiega Mazzoncini affinché il teleriscaldamento utilizzi sempre più il calore di scarto dei grandi impianti industriali, termovalorizzatori, ma anche acciaierie e data center, per riscaldare e rinfrescare le abitazioni senza produrre ulteriore CO2». Anche la città di Bergamo ha intrapreso un importante percorso verso la decarbonizzazione. Grazie all’accordo per il recupero del calore generato dal termovalorizzatore Rea Dalmine, A2A ha potuto ampliare la rete del teleriscaldamento del capoluogo orobico senza dover utilizzare combustibili fossili. Da questo autunno, A2A Calore e Servizi porta infatti nuovo calore pulito in città, riscaldando fino a 11mila appartamenti in più, grazie al calore di scarto dell’impianto Rea Dalmine.
Per l’ad si tratta di «un contributo importante per vincere la sfida del Climate City Contract e raggiungere la neutralità climatica già nel 2030». Il progetto si è articolato su tre livelli di intervento: la realizzazione della sezione cogenerativa presso il termovalorizzatore di Dalmine, in modo che l’impianto possa produrre non solo energia elettrica ma anche calore da cedere alla rete del teleriscaldamento; la posa di una dorsale di oltre 5,6 chilometri per portare il calore da Dalmine a Bergamo e da lì poterlo portare nei nuovi quartieri cittadini raggiunti dalla rete; il potenziamento della stazione di pompaggio all’impianto A2A di via Goltara, in città, dove è stato anche realizzato un nuovo accumulo termico, un grande serbatoio in grado di immagazzinare 5mila metri cubi di acqua calda per gestire al meglio il calore in arrivo da Rea e distribuirlo nel territorio urbano. Il risultato è un aumento di circa il 50% del calore disponibile per il teleriscaldamento di Bergamo, che significa un aumento in 5 anni di 2,6 milioni di metri cubi di volumetria riscaldata. Il termovalorizzatore Rea Dalmine, impianto modello del Gruppo Greenthesis, tratta ogni anno 150mila tonnellate di rifiuti. Oggi il sistema di teleriscaldamento in città si sviluppa per oltre 87 chilometri, riscalda circa 37mila appartamenti equivalenti evitando l’emissione in atmosfera di 20mila tonnellate di CO2.
Infine, c’è Milano, dove quest’estate è stata siglata la prima partnership industriale in Italia per il recupero di calore dai data center destinato al teleriscaldamento: grazie ad A2A, in collaborazione con DBA Group e Retelit, l’energia generata da “Avalon 3”, il più recente data center iperconnesso e sostenibile della società di telecomunicazioni leader in Italia nel B2B, alimenterà la rete cittadina nel Municipio 6. Il progetto permetterà di servire 1.250 famiglie in più all’anno, consentendo un risparmio energetico di 1.300 tonnellate equivalenti di petrolio (TEP) e di evitare l’emissione di 3.300 tonnellate di CO2 con benefici ambientali pari al contributo di 24.000 alberi. Le strutture che ospitano server gestiscono un’elevata mole di dati necessari ai sistemi informatici e sono per natura altamente energivore.
Questo fabbisogno è destinato ad aumentare per sostenere gli sviluppi tecnologici legati all'intelligenza artificiale generativa: una ricerca online che fa ricorso all'AI necessita infatti di circa dieci volte più elettricità rispetto a una query tradizionale. Parallelamente, i processi di raffreddamento delle loro componenti rilasciano grandi quantità di calore decarbonizzato che, se non valorizzato, andrebbe disperso. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto, operativo nei primi mesi del 2026, grazie al quale il calore di scarto del Data Center Avalon 3 di Retelit – che con i suoi oltre 3.500 mq e 3,2 MW di potenza è il più grande punto di interconnessione internet d'Italia – sarà immesso nell’infrastruttura di teleriscaldamento gestita da A2A Calore e Servizi aumentando l’energia green a disposizione delle famiglie dell’area ovest della città. La struttura renderà disponibile alla rete 2,5 MWt di potenza termica annuale e un incremento di 15 GWh dell’energia recuperabile.