Direttore Agenzia delle Entrate

Ernesto Maria Ruffini, ora lasci l'incarico per motivi di opportunità

Un solo uomo, un incarico pubblico di massima delicatezza e rilevanza, e tre clamorose anomalie. La prima, che per molti versi è anche la più imperscrutabile, è come mai il governo di centrodestra, al suo arrivo nell’autunno 2022, abbia deciso di confermare alla guida dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, una personalità selezionata dal centrosinistra, una figura tecnoprogressista che ben poco ha a che spartire con un’idea liberalconservatrice del fisco.

La seconda è come mai si sia consentito sempre a Ruffini, protetto da ombrelli istituzionali e mediatici larghissimi, di proseguire imperterrito su una linea opposta a quella del reclamizzatissimo “fisco amico”. Si pensi solo all’ultimo caso, quello delle 700mila lettere inviate ad altrettante partite Iva e dotate di un sottofondo implicitamente minatorio, che lascia presagire – pur in assenza di illegalità dimostrate o di contestazioni esplicite – un’attività di controllo e un sospetto di “anomalia” a carico del contribuente, superabile aderendo allo strumento del concordato. Non certo un bel modo di porsi verso i cittadini. (...)

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