Il filo che unisce il manager licenziato e Maurizio l'arrivista

C’è un filo che unisce Carlos Tavares e Maurizio Landini: l’ex numero uno di Stellantis e il segretario della Cgil sono due personalità in “conflitto permanente”, non conoscono la mediazione, vivono nel dominio del loro punto di vista. Il primo è saltato, il secondo vuole «rivoltare l’Italia come un guanto». John Elkann ha fatto la cosa giusta, allontanare Tavares (decisione che Libero auspicava da oltre un anno, quando nessuno osava mettere in discussione la sua posizione) era urgente, il manager franco-portoghese era diventato un problema di “compatibilità ambientale”.

Automotive News, la rivista americana più importante del settore, ieri ha pubblicato un commento sulla necessità di scegliere un successore che sia «un pacificatore». Tavares ha rotto negli Stati Uniti con i sindacati e i rivenditori, in Italia ha demolito il rapporto con il suo principale interlocutore, il governo, ogni dubbio sul suo piano traballante diventata ai suoi occhi un atto di lesa maestà (...)


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